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Julian Alvarez e l'Atletico, l'amore non è ancora sbocciato. Chi avrà più rimpianti alla fine?

di Michele Pavese

Tre reti in 11 partite, solo un match giocato per intero. La risposta alla domanda "come si sta adattando Julian Alvarez nell'Atletico Madrid?" è tutta nei freddi numeri, che però raccontano solo una minima parte delle difficoltà incontrate dall'attaccante argentino nel suo nuovo club.

Un club che in estate ha operato profondi cambiamenti senza però rivoluzionare l'ossatura della squadra né la propria identità, che ormai è riconoscibile almeno da un decennio. Il lavoro del Cholo Simeone, in tutto questo tempo, è stato straordinario e ha portato grandi risultati ma è innegabile che i colchoneros non siano stati all'altezza delle aspettative nelle ultime due stagioni; per questo motivo in estate sono stati operati grandi investimenti, che per ora hanno portato pochi frutti.

Gallagher, Le Normand, Sorloth, Lenglet e Julian sono i tasselli aggiunti a un gruppo che sembra aver perso quella solidità e quell'equilibrio che avevano caratterizzato l'Atletico in passato. È per questo motivo, forse, che l'inserimento de L'Araña - strappato a sorpresa al City per 75 milioni di euro - è così faticoso. Alvarez è sempre stato consapevole di correre un rischio: lasciare una squadra fortissima e in grado di vincere tutto per un club che non gli assicura gli stessi successi. Il campo dirà se sarà stata la scelta migliore, anche se l'inizio non è stato promettente. Troppe prestazioni e risultati altalenanti non contribuiscono a rasserenare l'ambiente e anche la posizione di Simeone, un tempo intoccabile, oggi sembra in bilico. Troverà le armi giuste per svoltare e sfruttare al meglio tutto il talento a disposizione, compreso quello del campione del Mondo 2022?


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