Kompany lo usa solo da cambio. Muller: "Preferirei dare la scossa prima, ma decide lui"
Buona la prima per il Bayern Monaco e Vincent Kompany, più da sospiro di sollievo per come si era messa la gara dopo averla controllata nel primo tempo per 1-0, salvo poi ritrovarsi sotto nella ripresa e dover confezionare una super rimonta e sorpasso con il gol vittoria nei minuti finali con Gnabry per 3-2. Una partita combattuta col Wolfsburg, dove ha trovato spazio anche Thomas Müller subentrando al 65' per Boey e siglando il record di 474 partite in Bundesliga per il Bayern. Proprio il simbolo del club bavarese è intervenuto nel post-partita per analizzare il risultato finale.
"Usciamo dall'intervallo, improvvisamente è 2-1 a favore del Wolfsburg e noi stessi abbiamo fatto un buon lavoro (per la vittoria, ndr), bisogna essere onesti. Quello che si vede sempre, anche nelle partite di preparazione, è la mentalità”. Questa è una base importante", ha detto l'attaccante tedesco ai taccuini di Kicker. Rispondendo poi alla domanda sulla scelta dell'arbitro Daniel Siebert di non assegnare rigore per fallo di mano di Jakub Kaminski (Wolfsburg) dopo 31 minuti: "L'arbitro c'entra poco. Anche loro non hanno vita facile. Per tutto ciò che ha a che fare con azioni di blocco di questo tipo, ci dovrebbe essere un rigore se la palla va in una zona pericolosa", ha spiegato.
Aggiungendo: "Per me conta quale situazione è stata evitata come risultato. Se la palla si dirige verso la porta e io la blocco, intenzionalmente o meno, si tratta di negligenza. Nel caso di un fallo, si valuta anche il modo in cui mi approccio alla situazione e cosa viene impedito dal contatto fisico che stabilisco”. Nella chiosa finale però Muller non è riuscito a nascondere la voglia di partire titolare e non da sostituto: “Preferirei poter dare quella scossa un po' prima. Nel calcio professionistico non esiste l'abitudine di ambientarsi in un ruolo. Bisogna essere pronti a dare il massimo in ogni partita. E l'allenatore decide quanto tempo giocare. Per noi giocatori si tratta di qualificarci sempre in modo tale che l'allenatore sia in grado di schierarci al meglio dall'inizio. Questo è il gioco”.