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Ora Spalletti, poi il ritorno da Sarri: la Lazio attende il vero Zaccagni

di Riccardo Caponetti
Fonte: Dall’inviato a Roma

L’uomo che manca. Mattia Zaccagni, tra i big della Lazio, è l’unico che ancora deve accendersi e lasciare il segno in campionato. Luis Alberto sta trascinando da leader la squadra, Immobile ha segnato un gol e colpito due traverse, Felipe Anderson a Napoli è stato devastante. E l’arciere? Al Maradona è salito in cattedra a metà secondo tempo, dopo il gol annullatogli per fuorigioco. Troppo poco però per un giocatore che l’anno scorso ha fatto la differenza quasi ogni domenica. Le attenuanti ci sono, perché le gambe sono imballate e l’intera squadra, in questo avvio, non ha aiutato molto i tre attaccanti. Anzi, il più delle volte sono i tre davanti che hanno dovuto ‘sprecare’ energie per ripiegare nella propria metà campo. Nessun allarme, quindi. E poi i segnali lanciati a Napoli sono incoraggianti, dimostrano che Zaccagni è in crescita e che, verosimilmente dopo l’esperienza con Spalletti in Nazionale, riprenderà a saltare avversari come birilli. Creando superiorità numerica e occasioni a raffica.

Per lui deve essere la stagione della consacrazione. Dopo la gavetta e l’esplosione col Verona, Zaccagni si è affermato alla Lazio. Ora c’è la Champions e c’è la missione più difficile: confermarsi su livelli altissimi, come quelli della stagione passata, chiusa con 10 gol e 7 assist. Parallelamente vanno avanti i colloqui con Lotito per il rinnovo del contratto, attualmente in scadenza nel 2025. “Abbiamo iniziato a parlare con Lotito, ma al momento - disse a inizio agosto il suo agente Mario Giuffredi - il presidente ha tanti impegni. Ha i suoi tempi e non è facile rinnovare in fretta, soprattutto se è una trattativa delicata come questa. Vorremmo restare alla Lazio, vediamo se si riuscirà a chiudere questa operazione". Certo è che se Zaccagni tornasse a incidere come prima, senza dubbio la trattativa sarà più veloce.


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