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L’energia della Champions

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

La dimensione europea regala sempre degli spunti di riflessione interessanti. Perché misura nuovamente le squadre e le misura in un contesto internazionale, con una mentalità (spesso) diversa dell’avversario.
Certo che bisogna tener conto anche del valore di chi vai ad affrontare, ma è evidente che ormai, in un momento dove si gioca praticamente sempre ogni tre giorni, ogni volta sei chiamato a dover dare una conferma (o una risposta) a quello che è appena successo.
Ora diciamo che ci si testa sulla resistenza e sulla profondità della rosa a disposizione. Oppure si approfitta anche delle partite europee per trovare il miglior equilibrio.
La Juventus è dovuta andare contro tutto e contro tutti. Contro la sfortuna dei primi minuti: costretta a perdere due giocatori importanti (Bremer e Nico), difatto esaurendo gli slot per le sostituzioni (considerando che poi la terza è arrivata per mettere in campo Perin, dopo l’espulsione di Di Gregorio). Contro gli episodi non certo positivi: l’espulsione appunto del portiere e il rigore, davvero ai limiti del regolamento. In inferiorità numerica ha ripreso e ribaltato la partita. Ed è uscito fuori il carattere della Juve. L’immagine è l’esultanza di Tiago Motta al gol del pareggio. Indice freneticamente alla testa per dire che è stata proprio quella che ha rimesso in carreggiata la sua squadra. Che poi ha trovato la brillantezza e la furbizia di Chico Coincecao per ribaltarla definitivamente e si è difesa con grande efficacia nel maxi recupero finale, esaltando anche Perin. Sarà una vittoria che alla Juve, nello spogliatoio, ricorderanno. Perché per la prima volta la Juve è andata sotto e ha saputo reagire con grandissima convinzione. Ha scoperto un altro lato del suo carattere. E poi ha ritrovato anche Vlahovic, sempre che l’abbia perso in passato. Ora andategli a dire che non segna. L’aria d’Europa evidentemente fa bene agli attaccanti.
L’Inter le sue risposte le ha avute. Aveva bisogno di reagire dopo la sconfitta nel derby e lo ha fatto nel modo migliore. Ha vinto a Udine, con doppietta di Lautaro, ha vinto largamente e comodamente anche con la Stella Rossa a san Siro, e ancora una volta ha segnato Lautaro Martinez. Se il suo capitano gira, gira anche la squadra. E’ quasi inevitabile questa equazione: se segnano gli attaccanti è tutto più facile. All’Inter in Europa hanno segnato anche altri due attaccanti. Ed entrambi hanno fatto un’ottima partita. Arnautovic oltre al gol se n’è visto annullare un’altro e aveva regalato un bellissimo assist per il gol (anche quello annullato) di Dumfries. Taremi non solo ha scritto il suo nome, con il rigore finale, nel tabellino, ma ha fatto una gara di grande sostanza ed efficacia, andando a recuperare lui stesso i due palloni che poi sono stati trasformati in gol proprio da Arnautovic e Lautaro. Vivere una serata così non è banale né scontato. Inzaghi continua ad allargare la rosa dei titolarissimi: e in una stagione che si preannuncia massacrante per gli impegni questa dovrà essere l’arma in più dei nerazzurri. Tutti indicano l’Inter come la più completa e per il momento lo sta dimostrando.
Il Milan si ritrova sconfitto in Germania.

Non avrebbe meritato, soprattutto per l’impegno e le occasioni da gol prodotte nella seconda parte della gara. Non è stato fortunato. Ma quell’intensità che ha avuto dopo essere andato sotto, prima non c’era stata. Come se fosse in qualche modo frenato, spaventato. Spalle al muro si è acceso qualcosa. Ricorda un po’ quello che è successo prima del derby: situazione complicatissima e il Milan tira fuori una prestazione da ricordare, in grado di poter funzionare da trampolino per la stagione. L’atteggiamento in generale del Milan non è dispiaciuto. Il risultato sì. E ora - dopo le prime due giornate - i rossoneri si ritrovano con zero punti avendo però giocato contro due big: necessario cambiare passo in Europa. E questo può essere agevolato dal calendario: a parte il Real Madrid (al Santiago Bernabeu il 5 novembre) gli avversari saranno Bruges, Slovan Bratislava e Stella Rossa. E due di questi incontri saranno a San Siro. Poi nel 2025 - in Champions - ci saranno Girona e Dinamo Zagabria: probabilmente (e sulla carta) il peggio è passato (o quasi).
L’Atalanta riprende il suo cammino e lo fa nel segno dei nuovi arrivati. Bellanova e Samardzic (partita strepitosa la sua). E’ vero che in casa nerazzurra si è cambiato molto e che quindi ci vorrà tempo per amalgamare bene la squadra come sa fare Gasperini. Ma la sensazione è che la base di quest’anno sia mediamente superiore rispetto a quella della passata stagione. Manca Koopmeiners e mancano i due infortunati. Ma se parliamo di valore medio delle prime alternative l’Atalanta ha saputo migliorarsi. Fare meglio della passata stagione è praticamente impossibile, ma sognare non costa nulla. Anche con un orizzonte temporale più ampio.
Il Bologna in Champions si ritrova. Nonostante la sconfitta. Sembrava dovesse recitare per forza il ruolo della vittima sacrificare. Andare a Liverpool ad ascoltare “You’ll never walk alone”, prendere 4 gol, e tornare in aereoporto. E invece non è andata così. Italiano può essere contento della prestazione dei suoi ragazzi: personalità e voglia di tirarsi su nonostante il gol subito dopo una decina di minuti. Poteva starci la resa, c’è stato l’orgoglio. I due pali, una bella parata di Allison. Il Bologna ha personalità e non si fa mettere i piedi in testa. Può perdere, per carità. Ma senza sfigurare, contro una delle squadre più importanti in questa Champions League

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Giovedì 3 Ottobre 2024
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