.

Il primo allenatore racconta Camarda: "Col pallone faceva quello che voleva"

di Andrea Piras

Massimo D’Amaro racconta Francesco Camarda. Il responsabile della scuola calcio dell’Afforese ha parlato ai taccuini di SportWeek del talento del Milan: "Sono quasi vent’anni che alleno bambini: facendo due conti, ne avrò visti millecinquecento - ha esordito il tecnico -. Camarda è il più forte di tutti. Da noi è stato una sola stagione, ma è bastata perché tutti capissimo che era diverso dagli altri. Se devo descriverlo con una parola sola, userei 'estro'. Col pallone faceva quello che voleva, segnava in qualsiasi modo.

La maggior parte dei bambini così piccoli se lo lascia inevitabilmente scappare. Camarda no: lui lo teneva attaccato al piede. Era diverso anche fisicamente, più alto e grosso degli altri. Si giocava cinque contro cinque, ovviamente senza ruoli predefiniti o schemi. Noi però uno l’avevamo. Per meglio dire, era Camarda che ce l’aveva nella sua testa: dare la palla a lui che faceva gol.

Francesco è fatto per il calcio. Oltre ai piedi, ha pure la testa giusta - ha concluso -. E gli farei respirare subito l’aria della prima squadra: allenarsi e andare in panchina lì, piuttosto che nell’U23, gli farebbe bene. Già in Primavera gioca tre anni sotto età, eppure fa la differenza. Inutile ritardare l’inserimento tra i grandi".


Altre notizie