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Kovacic: "Rispetto Spalletti. Croazia vecchia? Importante è come ci si sente, non l'età"

di Raimondo De Magistris
Fonte: Dal nostro inviato a Lipsia, Germania

19.56 - Avrà inizio tra pochi minuti la conferenza stampa di Mateo Kovacic. Il centrocampista del Manchester City parlerà insieme al commissario tecnico Zlatko Dalic.

20.00 - Ha inizio la conferenza stampa.

Ritrovi tanti ex compagni, che emozione proverai? Cosa ti preoccupa dell'Italia?
"Mi farà piacere ritrovare tanti miei ex compagni tra cui Jorginho con cui mi sono trovato benissimo e ho un bellissimo rapporto. Non sarà facile sfidare l'Italia, ma sappiamo cosa dobbiamo fare e cercheremo di farlo come già accaduto in passato".

Quello di domani può essere l'ultimo ballo di Luka Modric con la Croazia, come state vivendo questo momento?
"Noi non stiamo pensando a questo, siamo contenti di averlo con noi anche quest'anno e dimostreremo che possiamo fare ciò che vogliamo. Siamo felici di averlo con noi in campo, a queste cose non ci stiamo pensando tantissimo".

Si parla di nazionale vecchia, è una motivazione in più?
"Ci sono giocatori vecchi, esistono, ma la cosa importante è come ci si sente. Nelle prime due partite non abbiamo dimostrato il nostro valore, ma l'abbiamo fatto tante volte in passato e speriamo di rifarlo domani. Poi ognuno ha il suo parere, può scrivere ciò che vuole, ma per noi è sempre un grande onore vestire questa maglia".

Ha sentito Spalletti e vecchi compagni dell'Inter in questi anni?
"E' un allenatore che rispetto tantissimo, ha ottenuto risultati fenomenali e domani ci aspettiamo una grande Italia. Mi farà piacere rivedere sul campo domani tanti miei ex compagni, soprattutto Jorginho con cui ho giocato a lungo".

Il centrocampo non riesce a esprimersi sui livelli degli scorsi anni, qual è il problema?
"Sappiamo che non s'è visto il solito centrocampo di qualità, chiaramente il gioco ne ha sofferto e queste due partite non sono state al livello di ciò che potevamo davvero fare. Ora abbiamo una terza gara contro un'ottima Italia e sicuramente possiamo dire la nostra".

Cosa ti ha insegnato il calcio italiano?
"L'Italia mi ha insegnato tantissimo, dal punto di vista tattico e difensivo. Ho avuto tre allenatori diversi e mi hanno aiutato tanto nel mio percorso: all'epoca non ero molto bravo in difesa e il passaggio in Italia mi è servito molto per migliorarmi".

Tra voi vi siete detti che quella di domani potrebbe essere l'ultima gara della vostra generazione?
"No, non ci diciamo che questa sarà la fine della nostra generazione, non lo pensiamo proprio. Pensiamo solo alla gara di domani e al fatto che dobbiamo vincerla".

20.20 - Conclusa la conferenza stampa.


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