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Claudio Nassi: "La perdita di potere della Juventus"

di Redazione TMW
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Tutti parlano della Juventus, quasi le altre non esistessero. Capisco, anche se non sono d'accordo. Si tratta della società più importante, con 14 milioni di tifosi, trofei come nessun'altra e via dicendo. Poi ha l'allenatore che guadagna di più: 72 milioni lordi in 4 anni e rende Allegri ancor più antipatico. Non sono tifoso bianconero, ma delle squadre in cui ho lavorato. Quindi obiettivo nel giudicare il momento no di Bonucci e soci. Dirò di più: scambio qualche idea con un amico vicino ai vertici della Juventus, sempre in tribuna d'onore. Mi diverto talvolta a suggerire cose scontate, come quando tardava la firma sul contratto di Di Maria. Doveva decidere la moglie. Non era questione di 500mila euro in più.

Così non ritengo che la squadra non sia competitiva. Beninteso, una volta recuperati gli infortunati. E' il vero problema. Guai cadere all'Allianz Stadium, alla Continassa o in trasferta, la guarigione si perderà nella notte dei tempi. Lo sanno, è talmente evidente, ma non provvedono. E qui entra in ballo la società, da cui tutto dipende. Il 10 gennaio '94 fui chiamato alla Juventus dall'Avv. Grande Stevens, il quale disse che non interessava arrivare sesti o settimi, ma sistemare i conti, perché non volevano più pagare ingaggi da 3 miliardi e mezzo o 3 miliardi netti. Ad ottobre c'era stato lo sciopero generale alla Fiat. Risposi che la Juventus doveva sempre partire per vincere e la mancanza di risultati era dovuta al fatto che avevano perso il potere. Comandavano Mantovani e Galliani. Sette giorni dopo il club passò da Gianni a Umberto Agnelli e arrivarono Giraudo e Moggi.

Oggi siamo punto e a capo. Il club politicamente non esiste in Italia e tanto meno in Europa. Nella disamina non dimentico il fatto tecnico, ma una squadra che schieri Szczesny, Danilo, Bonucci, Bremer e Kostic, Locatelli, Paredes e Pogba, Di Maria, Vlahovic e Chiesa, con in panchina Perin, Gatti, Rugani, Cuadrado, Alex Sandro, Rabiot, McKennie, Fagioli, Miretti, Milik e Kean, non la vedo tanto male. Mi sono permesso di retrocedere Kostic, perché in avanti non determina, ha un buon mancino e la fase difensiva si impara. Ricordo, inoltre, che cosa hanno fatto Valencia al Manchester United e Juanfran all'Atletico Madrid, una volta retrocessi da ala a terzino. Diventarono determinanti. Ci sarebbe forse da cederne due al mercato di gennaio. Non i giovani. Non farebbero paura a tutti?

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Giovedì 23 Maggio 2024
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