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Torino, Coco si racconta: "Due volte vicino alla morte. Al Fantacalcio non mi sono preso"

di Simone Bernabei
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Il difensore del Torino Saul Coco ha parlato ai canali ufficiali del club granata dopo i primi mesi in Italia, iniziando proprio dal suo ambientamento: "Il mio ambientamento è stato ottimo, devo dire che lo speravo sinceramente: sono una persona molto ambiziosa, mi piace puntare in alto e per questo ho intenzione di fare un’ottima stagione. Sono contento che tutto si sia realizzato".

Qual è stato l’impatto con la tifoseria?
"Ho notato anche la grande passione dei tifosi, mi avevano raccontato del loro calore e sentimento. E fin da subito sui social e per le strade della città ho sentito questo affetto. In giro credo sia facile riconoscermi per il mio taglio di capelli, è un po’ particolare... A dire la verità il rapporto con i tifosi è bellissimo, mi trattano sempre con molto rispetto. Mi hanno fatto i complimenti, mi hanno dato il benvenuto in città. Ti fanno sentire quanto è importante il sentimento per il Toro qui. La passione dei tifosi è molto importante. Credo che nel calcio professionistico di oggi c’è moltissimo equilibrio, l’aspetto mentale è la chiave. Quando giochiamo qui in casa, ma anche in trasferta perché ci segue tanta gente: è importante creare un legame con i tifosi, sono loro che possono darti quel qualcosa in più per poter superare gli avversari".

Per due volte ha rischiato la vita…
“Alla fine del 2019 e inizio del 2020 ci sono stati due episodi molti importanti della mia vita. Durante il primo, ero in viaggio con la nazionale e ho contratto la malaria. Sono dovuto stare tre settimane in ospedale bloccato a letto e per due giorni sono stato praticamente incosciente. E’ stato molto duro, ma dopo un po' di tempo sono riuscito a recuperare nonostante avessi perso molto peso. Poi nel giorno del mio compleanno ho avuto un altro incidente: uno scontro di gioco, mi sono rotto entrambi i polsi e presi un forte colpo alla testa. In entrambi i casi sono stato molto vicino alla morte. Sono state due situazioni molto importanti per me, che sul momento furono molto dure, ma mi hanno fatto crescere molto come persona e come giocatore”

Come spiega questo vizio del gol?
“Non credevo di segnare subito così tanto. Sono un difensore che può aiutare la squadra anche in attacco, credo di avere un buon gioco aereo, ho un buon tiro dalla lunga distanza. È un aspetto su cui sto lavorando molto per migliorare: ho già fatto due gol, peccato che il secondo non sia servito per aiutare la squadra che è la cosa più importante. Sono contento di come ho iniziato, è un aspetto su cui posso migliorare tanto per segnare ancora di più. Ho un buon tiro da fuori e sto lavorando per essere sempre più pericoloso, ma il modo in cui segno è uguale: di testa o di piede, l’importante è fare gol".

Anche in spogliatoio c’è la passione del Fantacalcio?
“Assolutamente, in squadra abbiamo creato una lega: ci giocavo già in Spagna, anche se è un po' diverso da qui. Quando i miei compagni mi chiesero se volessi partecipare, ho accettato e ho notato che la gente qui è molto appassionata a questo gioco. Mi piace molto, siamo in tanti della squadra insieme a qualcuno dello staff. Non mi sono potuto comprare anche se avrei voluto, è riuscito a prendermi Pino il fisioterapista che ha offerto troppo per me, non potevo competere".

Il calcio è davvero la sua passione?
“A me piace tanto il calcio, Quindi guardo tantissime partite, ho sempre creduto che fosse molto importante per migliorare. A me piace proprio tanto, capire su quali aspetti devo migliorare e questo mi aiuta a tenere la mente aperta. Cerco di mettere in discussione tutto quello che so per andare avanti con il mio processo di crescita”.

Come procede con il tecnico Vanoli?
"Ho notato differenze con la Spagna. Qui ci stiamo abituando al nuovo mister con allenamenti molto lunghi per lavorare su tanti aspetti. In Spagna, nella mia precedente squadra, avevamo uno stile di gioco con tanto possesso palla e tutti gli allenamenti erano concentrati su questo aspetto, qui invece facciamo un lavoro un po’ diverso, ognuno ha i suoi esercizi: bisogna sempre adattarsi per raggiungere la forma. Credo che dipenda molto dal giocatore e dalla persona, non tanto dalla squadra in cui sei. Avevo compagni al Las Palmas che avevano bisogno di tre ore per sentirsi in forma".

Com’è Coco fuori dal campo?
"A me sempre piace svegliarmi presto per fare tutto per tempo. Io ho, come si dice in Spagna, “El ritmo Canario”, sono uno molto tranquillo che vive senza fretta. Mi piace fare le cose con calma e dedicare il giusto tempo: voglio svegliarmi, fare colazione con calma e prima dell’allenamento se devo fare terapie o lavoro extra voglio avere il mio tempo. Mi piace riposare nel tempo libero".

Come sta andando con la lingua?
“Di solito parliamo in italiano, ho la fortuna che è molto simile allo spagnolo infatti riesco già a comprendere tanto perché c'è molta somiglianza. Sto lavorando bene con delle lezioni di italiano per impararlo e usarlo più possibile, poi dipende con chi devo parlare: con Sanabria, Maripan e Zapata parliamo spagnolo, con Pedersen e Adams in inglese. In italiano ci provo, ma è ancora difficile, però non è un problema perché riusciamo a comunicare abbastanza bene tra di noi”.

Ha già visitato Torino?
“Ora che sono in un nuovo paese e in una nuova città posso fare qualche giro e conoscere questa nuova cultura. Molti miei amici sono venuti a Torino e sono rimasti incantati dalla città e dalla sua storia: non ho ancora avuto la fortuna di fare una visita completa, però è qualcosa che desidero fare perché è un posto nuovo ed è importante per il mio ambientamento”.

La famiglia è già venuta in Italia?
“All’inizio sono venuti mio padre e mia sorella maggiore, poi ho una sorella minore che sta lavorando e studiando quindi non ha potuto raggiungermi. Stiamo già cercando un piccolo spazio così può venire quando vuole. Ho scelto di vivere in centro così ho tutto vicino. Posso camminare e fare qualche passeggiata, ho tutto a portata di mano e mi piace molto. Allenarsi al Filadelfia è speciale, è una delle cose che senti quando arrivi qui: c’è molto amore per il Grande Torino, sentiamo anche noi questa importanza per la storia del club quindi è importante allenarsi lì”

Ha fatto un fioretto…
"Mi taglierei i capelli se segnassi più di 5 gol: mi piace cambiare stile, ora ho i capelli in questo modo ma potrei benissimo farli molto corti, non ho problemi! Spero, spero che sia così".

Qual è il livello del calcio africano?
“Il calcio africano ha un potenziale molto alto, calciatori di altissimo livello. C’è ancora da fare in quanto a organizzazione e strutture, se si lavorasse su questi aspetti si potrebbe migliorare molto. Servono strumenti soprattutto per il calcio formativo per poter lavorare bene e crescere. L’Africa è una fucina di talenti incredibile e c’è molto potenziale pronto a emergere".

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