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Miretti convince ancora e può essere l’emblema del nuovo ciclo della Juve

di Simone Dinoi
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Il fastidio del crollo nel finale di Genova è rimasto perché, parola di Allegri alla vigilia della trasferta ligure, “fare brutte figure non è da Juventus”. Diventa però imprescindibile dimenticare nell’immediato quanto accaduto a Marassi e spostare la concentrazione verso la finale di Coppa Italia di mercoledì contro l’Inter. Sfida ai rossoblu che è servita per comprendere le condizioni di alcuni giocatori e per mettere un grande dubbio attorno a una figura: quella di Fabio Miretti, nelle difficoltà bianconere ancora tra i migliori.

A Genova seconda da titolare e ruba di nuovo l’occhio.
La conferma di vederlo ancora dall’inizio era già arrivata prima che la squadra si spostasse in quel di Genova con i rumors di formazione e le parole di Allegri in conferenza stampa. Seconda di fila da titolare per Fabio Miretti e l’attenzione, anche in chiave futura, sulle risposte del prodotto del settore giovanile bianconero anche in un ambiente caldo come quello del Ferraris. E dopo la splendida prestazione casalinga contro il Venezia, il centrocampista ha replicato in termini di sicurezza nella gestione del pallone e, non da poco, nella capacità di dettare costantemente un passaggio ai compagni di reparto.

Meno preciso del match coi lagunari ma sempre al centro del gioco, partito come mezzala, poi spostatosi centrale con l’uscita dal campo di Arthur: gioco corto e lungo, 73% di precisione di passaggi ma anche 5 palloni recuperati. Ancora una volta a rubare l’occhio e chissà che mercoledì non possa toccare di nuovo a lui stuzzicando Allegri: “Non so se giocherà mercoledì in Coppa Italia, ma anche stasera ha giocato bene, con serenità, sa giocare a calcio. È la seconda partita in prima squadra, avrà più possibilità di giocare. Ha la tranquillità che uno della sua età di solito non ha”.

Miretti può essere l’emblema del nuovo ciclo.
La storia di Miretti è ormai nota a tutti: tutta una vita alla Juventus col sogno, cullato anno dopo anno lavorando sodo, di arrivare un giorno in prima squadra. Sogno realizzato ma anche la volontà di non farselo scappare. Ciò che stupisce di Miretti è la capacità di scendere in campo, allo stesso identico modo, che si tratti di Primavera, Under 23 o Juve dei grandi. L’ha dimostrato in queste ultime uscite, confermando che il pacchetto dei centrocampisti della prossima stagione può serenamente coinvolgere anche il classe 2003 che, a differenza di altri, un piccolo spazio è riuscito a ritagliarselo velocemente. Così Fabio Miretti può essere l’emblema del nuovo ciclo della Juventus: un giovane talento cresciuto in casa con enormi margini di miglioramento ma già pronto a guadagnarsi minuti nell'immediato. Affamato di imporsi, con voglia di vincere e con un ingaggio basso che permette così di spostare gli investimenti in altre posizioni del rettangolo verde. Senza strapagare calciatori che, negli ultimi anni, alla causa bianconera hanno dato ben poco.

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