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Kostic nel mirino, ma Allegri è scontento. Vertice con la Juve: servono tre giocatori. Paredes sì, Milinkovic no. Pogba, che rischio! Milan: Diallo e Sarr per Pioli. Wijnalduum lancia la Roma

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Leggo, ascolto, vedo un pompaggio mediatico attorno alla Juventus che mi lascia perplesso. E dico poco. E’ vero che i tifosi bianconeri sono circa quindici milioni e qualcuno spera di vendere qualche copia in più, ma siamo davvero sicuri che la Juve sia in testa nella griglia-scudetto e sia pronta per essere competitiva in Champions? Mah…

Davvero bastano Pogba e Di Maria per trasformare la squadra mediocre dell’anno scorso?

Me lo chiedevo anche prima dell’infortunio del francese, figuriamoci ora.

Poi scopro che anche Allegri non è contento, chiede un incontro con la società per fare il punto sul mercato e sollecitare nuovi acquisti e allora forse ci siamo. L’allenatore sa sicuramente meglio di me se quello che ha a disposizione può bastare o meno, ma non serviva uno scienziato del pallone per capire che a fronte di diverse uscite (mettiamoci anche Dybala), non sono sufficienti gli arrivi di Pogba, Di Maria e Bremer per essere competitivi al massimo livello.

E prima di fare un’analisi dell’organico parlo subito del francese. Di sicuro sono stati consultati fior di specialisti e altrettanto sicuramente il giocatore ha deciso di non operarsi per andare al mondiale, ma nessuno può negare che trattasi di situazione ad alto rischio. La terapia conservativa è in sostanza il preservare il ginocchio con un grande lavoro muscolare, potenziare tutta l’articolazione per sostenere e proteggere la zona infortunata e, ovviamente, evitare di subire altri traumi che potrebbero provocare il crac. Come dire che quando tornerà in campo, la prima preoccupazione di Pogba sarà quella di evitare contrasti di un certo tipo e di prevedere entrate degli avversari. Di sicuro non sarà un giocatore “libero”. Gli auguro, naturalmente, di giocare il mondiale, magari anche di vincerlo (la Francia può), ma dopo l’intervento sarà necessario per tornare completamente a posto?

Molto probabilmente sì. Bene. Come si vede le aspettative che c’erano e l’incidenza di Pogba sul rendimento della Juve potrebbero essere ridimensionate. E questi conti vanno fatti, le grandi società non possono ragionare da cicala e i nomi da copertina non bastano. Ricordo che Pepito Rossi nel 2014 fece una cosa analoga per andare ai mondiali in Brasile. Infortunatosi a febbraio, preferì la terapia conservativa, ma speriamo che la vicenda e la storia di Pogba, infortunio compreso, siano diversi.

E allora torno ai problemi che si sono visti anche nell’amichevole di ieri a Villar Perosa tutt’altro che entusiasmante, e che sicuramente Allegri avrà sottolineato ai dirigenti dopo aver manifestato dubbi anche sul rendimento di un Pogba condizionato. A maggior ragione servono interventi.

Vogliamo parlare di Di Maria?

Grandissimo, forse l’esterno più forte degli ultimi dieci anni, ma secondo voi avrà o no in testa il mondiale, l’ultimo per lui, con l’idea di andare a vincerlo. E, umano, molto umano, in questi primi tre mesi di campionato sarà al top? Posso pensare di sì.

Sicuramente non lo sarà dopo per lo stress fisico e mentale.

Ecco allora che torno al discorso iniziale: questi due nomi hanno eccitato i tifosi (giusto), ma anche i media che dovrebbero essere invece meno superficiali. Ma lo dico anche per la difesa. Sono usciti DeLigt e Chiellini (il suo l’ha fatto anche l’anno scorso). Bene. Bremer ha fatto un campionato strepitoso, ma l’esperienza internazionale è relativa. Gatti debutta in serie A. Per non parlare poi di quello che manca ancora e che probabilmente Allegri ha chiesto l’altro giorno ai dirigenti: un regista, un esterno e un attaccante. E forse sto stretto.

Raccontiamo da almeno un mese la storia di Paredes. C’è l’accordo con il giocatore, ma si fatica a trovare l’intesa con il Psg che ora chiede quindici milioni dopo i venti iniziali. Che si aspetta?

Si parla sempre di Milinkovic Savic, ma la Juve non ha i settanta milioni che Lotito nel caso chiederebbe. Il problema è sempre qui. A parte l’investimento su Bremer grazie alla cessione di DeLigt, ricordiamo che Pogba e Di Maria sono parametri zero.

Per l’esterno ora in pole position c’è il serbo Kostic per il quale l’Eintracht chiede venti milioni. La Juve ne ha messi sul piatto dodici, il West Ham è un concorrente forte. Arriverà? Sicuramente è un ottimo giocatore, gioca a destra e a sinistra, ideale nel 3-5-2, ma è giusto spendere così tanto per un giocatore di trent’anni?

E allora torniamo all’idea di una programmazione non ottimale e a un allenatore che non si basa sul gioco e vuole solo giocatori pronti per mettere insieme delle individualità. Ad Allegri bisognerebbe rispondere: fai giocare Fagioli e Miretti, dai un’organizzazione per far crescere il gioco, ma allora andava preso un altro allenatore.

Ma cosa si programma se per l’ennesima estate si pensa e si ripensa a Morata?

Mi faccia il piacere…direbbe Totò.

Per non parlare degli esterni bassi. Ancora Alex Sandro, ancora Danilo che da due anni non sembrano il massimo.

Ecco perché penso sia eccessivo mettere la Juve in pole position. Sarà favorita soltanto se Vlahovic tornerà il bomber implacabile di Firenze da un gol a partita e sarà recuperato prima possibile Chiesa con i suoi strappi e la potenza esplosiva. Un trio d’attacco Chiesa-Vlahovic-Di Maria sulla carta è tanta roba, ma deve esserci dietro un centrocampo reattivo, con i tempi giusti e una squadra che supporta. Pensare alla difesa bassa e alle ripartenze potrebbe vanificare tutto il lavoro.

Ma vedremo, mi aspetto un colpo d’ala da Allegri che in Italia resta l’allenatore più vincente dell’ultimo decennio e non si vince mai per caso.

L’allenatore deve inventare qualcosa, sicuramente cambiare quello visto l’anno scorso e allora il discorso potrebbe essere diverso, ma senza quei tre-quattro giocatori che Allegri chiede, vedo Milan e Inter ancora davanti. E poi attenti alla Roma che trascinata dal carisma di Mourinho e con la qualità, esperienza e quantità che sta immettendo, può fare paura. Intanto ieri è arrivato anche Wijnalduum, ma è soltanto l’ufficialità di quello che vi avevamo detto una settimana fa.

Una settimana fa parlavamo anche di De Kaetelere a un passo dal Milan, ormai fatto, e puntualmente nel week-end sono arrivate le conferme, le firme e (per me) il gran colpo dei rossoneri.

Il giovane belga ha qualità e duttilità, è un giocatore moderno e sembra fatto apposta per i meccanismi del Milan. Maldini e Massara però non hanno ancora chiuso il lavoro e non mi strappo i capelli se Renato Sanchez ha preferito il Psg. Anzi. Questo Milan è costruito anche sulla positività, sulla voglia di andare oltre, di giocare divertendosi. Se un giocatore non sente queste cose e la vive come un ripiego, con il distacco professionale di chi mira solo a guadagnare di più, meglio vada altrove.

Proprio per questo ora nel mirino ci sono due giocatori campioni d’Africa che possono ancora crescere.

Per il centrocampo i riflettori sono accesi su Pape Sarr, vent’anni, senegalese del Tottenham. Il discorso è avviato, gli inglesi lo danno volentieri in prestito, il Milan sta cercando di inserire un diritto di riscatto, un’intesa è possibile.

L’altro obiettivo si chiama Diallo, 26 anni, difensore del Psg. Il giocatore ha già dato l’ok per il trasferimento a Milano, anche qui si lavora a un prestito con diritto di riscatto.

Il Milan vuole cercare di chiudere entrambe le trattative al più presto per dare a Pioli la squadra completa per l’inizio del campionato.

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