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Samurai alla riscossa. Ora comincia l’avventura di Kamada alla Lazio

di Riccardo Caponetti

Samurai alla riscossa, capitolo uno. A Napoli, nella casa di uno dei più grandi produttori italiani come De Laurentiis, Dahici Kamada ha scritto una pagina importante del proprio film con la Lazio. Dopo le deludenti prestazioni contro Lecce e Genoa, giustificate da una condizione fisica scadente visto che non ha fatto il ritiro con alcuna squadra (“correvo da solo per Francoforte”, ha confessato), al Maradona ha tirato fuori gli artigli. E ha graffiato Meret con un sinistro in diagonale inaspettato. Tutti pensavano che passasse la palla a Immobile, anche Ciro stesso, invece l’ex Francoforte si è messo in proprio, ha controllato la palla, l’ha spostata sul sinistro e ha pescato il jolly.

La riscossa, o riscatto, dopo le prime polemiche. Addirittura quando Sarri l’ha sostituito col Genoa, dagli spalti dell’Olimpico si è sentito qualche mugugno. Una reazione esagerata dopo pochi minuti giocati, senza benzina nelle gambe e senza ancora essersi ambientato a Formello. Pesa, sulle sue spalle (anche se non ha responsabilità lui), la pesante eredità di Milinkovic, un giocatore unico impossibile da sostituire con un profilo simile. Kamada è molto diverso, ma non per questo da fischiare. Sarri è stato chiaro. E alle parole ha fatto seguire i fatti, riproponendolo da titolare in casa del Napoli. “Dobbiamo aspettarlo, per noi è importante”. E il campo sabato gli ha dato ragione. Adesso è andato in nazionale, poi tornerà a Roma con più fiducia e certezze.


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