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Dai 120mila euro in C2 alla grande Serie A: Sassuolo, con Magnanelli si chiude un'era

di Ivan Cardia

Quando Francesco Magnanelli si trasferisce al Sassuolo, lo fa in Serie C2. Corre l'anno 2005, il primo dell'era delle grandi ambizioni di patron Squinzi. La società emiliana "sborsa" 120 mila euro per strappare alla Sangiovannese un ragazzo cresciuto nel Gubbio, passato per Chievo e Fiorentina, sceso fino alla C1. La promozione arriva subito, anche se Magnanelli non segna: 519 gol e 17 anni dopo, le reti saranno del resto dieci. Non è quello, il pezzo forte della casa.

La grande cavalcata, il capitano, domenica l'addio. Nel Sassuolo che cresce lungo gli anni, Magnanelli c'è sempre. Due anni in C1, poi cinque stagioni in B, undici storiche - anche se oggi lo sembrano un po' meno - in Serie A. Passano gli allenatori: Di Francesco lo schiera in 158 occasioni, fedelissimi l'uno dell'altro. Ma anche De Zerbi, Pioli, ovviamente Dionisi, Allegri: in ogni stagione del Sassuolo, di tutte quelle che hanno portato una piccola società emiliana a competere addirittura per la parte sinistra della classifica del massimo campionato, Magnanelli c'è stato. Dalla prossima, non più, almeno non da calciatore e da capitano. Ha già passato il testimone a Berardi (resisterà al prossimo mercato?) ma per dire addio, o arrivederci, a un pezzo della rispettiva storia c'è ancora una domenica di tempo.


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