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Bologna, Ferguson: "A fine mese torno in gruppo. Ho temuto di non essere più me stesso"

di Dimitri Conti

Lewis Ferguson, centrocampista del Bologna, ha rilasciato un'intervista all'edizione odierna de Il Corriere di Bologna, in vista del suo rientro in campo: "Finalmente sto bene. Ho ripreso a correre e sento il ginocchio forte. Non c'è un giorno specifico per il rientro, ma tutto procede bene e a fine mese potrò cominciare ad allenarmi in gruppo. Diciamo 2-3 settimane per iniziare ad andare in panchina".

Ma Ferguson ha mai avuto paura di non tornare più lo stesso? Lo scozzese non ha dubbi: "Decisamente, soprattutto all'inizio. Dopo l'operazione sei impossibilitato a fare qualunque cose. Ora però corro e faccio cambi di direzione, tiro e mi sento sicuro. Non ho più paura". E il periodo più difficile? "Post-operazione tre settimane di inferno. In quei momenti ti vengono i pensieri peggiori. Mi ha aiutato la famiglia, per loro è stato un periodo tostissimo. E poi il Bologna, è stato fantastico. Beukema, Ndoye, Zirkzee, De Silvestri e Ravaglia sono venuti tutti in ospedale. Beukema, poi, è uno dei miei migliori amici".

Quindi gli amari ricordi di quando si è reso conto che non avrebbe partecipato all'Europeo con la Scozia. E poi le riflessioni sul mancato mercato estivo dettato dal problema fisico: "Ricevere un'offerta era una possibilità, la scorsa stagione ho giocato bene. Oggi però non ci penso, ho impiegato le energie per recuperare dall'infortunio. Potevo anche partire, ma mi trovo qui e sono felice". Commenta gli addii di Zirkzee e Calafiori: "Normale, sono felice per entrambi, giocare in Premier resta il mio sogno, non so quando ma voglio arrivarci". Quindi anche un aneddoto sul suo ex allenatore Thiago Motta, oggi alla Juventus: "Mi scrive ogni tanto per chiedermi come sta andando il recupero. Mi chiamò subito dopo l'infortunio e la diagnosi, dicendomi: 'So che farai il possibile per tornare forte, sii paziente e focalizzati sul recupero'. Un grande allenatore, amavo giocare per lui". E sul passaggio a Italiano si esprime così: "Quando cambi tanto non lo fai in uno schioccar di dita. Serve tempo a tutti, non abbiamo giocato male ma ci è mancato qualche piccolo dettaglio. Italiano è molto carico, quasi aggressivo, come il modo in cui giochiamo. Creiamo occasioni ma dobbiamo trasformarle in gol. Con lui parlo spesso, mi ha detto che da giocatore ha avuto il mio stesso problema, raccontandomi la sua esperienza. Di tattica non abbiamo mai parlato. La mentalità è la stessa che avevamo con Motta".

Ferguson si aspetta di riavere la fascia da capitano al momento del ritorno in campo? Ribatte lui: "Non ne abbiamo parlato con l'allenatore, quindi non lo so. Per me conta solo essere me stesso". Quindi spazio agli obiettivi: "Finire tra le prime otto in campionato e ci piacerebbe vincere la Coppa Italia. In Champions proviamo a raggiungere i playoff, bisogna fare 8-9 punti per entrarci".


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