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La Lazio si ferma ancora. Sarri non vuole fare drammi, ma serve ribaltare tutto

di Patrick Iannarelli

"Fare drammi è controproducente". Parole di Maurizio Sarri, complicate anche da smentire, ma sicuramente rivedibili dopo la sconfitta maturata a Bergamo. Non tanto per l'ottavo ko che allontana dal quarto posto la Lazio, ma per una prestazione al di sotto delle aspettative e troppo simile allo scivolone in Arabia Saudita contro l'Inter nella semifinale di Supercoppa.

Stanchezza
La Lazio è apparsa stanca mentalmente, quasi incapace di reagire alla pressione offensiva di un'Atalanta quasi incontenibile: merito sicuramente degli avversari, ma partite simili vanno affrontate con un piglio decisamente differente per poter macinare punti. "La classifica diventa più pesante - ha dichiarato il tecnico -, diventa anche fonte di rammarico perché abbiamo sbagliato il 3-2 nel finale, avremmo potuto pareggiare i conti per quanto riguarda lo scontro diretto. L'Atalanta quando è in salute è un boccone amaro per tutti, hanno un modo di giocare che prevede di essere in grande condizione fisica e mentale. Io devo pensare ai giocatori, non mi posso mettere a pensare al mercato, ne sono completamente disinteressato, per me non è nemmeno cominciato. E la sconfitta di oggi ci allontana, è chiaro".

Cambiamenti
Niente drammi dunque? Può darsi, ma è anche complicato contraddire le cifre e i numeri. La Lazio fuori casa fatica - sei le sconfitte -, 13 punti in 11 partite sono davvero pochi per sperare di rimontare. C'è ancora tempo e non servono bacchette magiche, ma serve pure ribaltare tutto, a partire dall'atteggiamento. Dei singoli e di squadra, ovviamente.


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