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Venezia, Zampano: "Ancora otto finali, siamo carichi. Vanoli ci trasmette la voglia di arrivare"

di Daniel Uccellieri
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Francesco Zampano, terzino del Venezia, è stato intervistato in esclusiva da TuttoVeneziaSport.it.

“Siamo carichi, mancano per noi otto finali e sappiamo che questo come dice il mister è il nostro sogno e dobbiamo mettercela tutta. Si vede che siamo veramente tutti concentrati e carichi per il finale di stagione. Ora rientrano i nazionali quindi da adesso si spinge al massimo per la sfida con la Reggiana”.

Sabato i tifosi verranno a sostenervi durante l’allenamento:
“Anche contro il Bari il giorno prima erano venuti a sostenerci. Mi dicevano che di rado ci sono state così tante persone a vedere un allenamento e l’attaccamento e la voglia che stanno dimostrando non può che farci piacere”.

Ripercorrendo un po’ la tua avventura a Venezia, non sei qui da tanto ma hai vissuto già tante situazioni:
“Sono arrivato e non avevo seguito molto, ma sapevo che da febbraio circa c’era stato un tracollo, vedevo un po’ i ragazzi mentalmente patire la retrocessione, più di qualcuno magari voleva andare altrove. Siamo partiti con mister Javorcic e si vedeva che il gruppo non era unito, non è colpa di qualcuno, però era una cosa che nell’aria si percepiva. Poi con l’arrivo di Vanoli e Antonelli si è deciso per l’all in cambiando gran parte della rosa, inserendo ragazzi giovani, affamati, la scommessa ha pagato e abbiamo fatto un gran finale di stagione. Prima della gara con il Palermo eravamo ultimi, lo ricorda sempre il mister, da lì un po’ alla volta abbiamo cominciato la volata, peccato per il playoff con il Cagliari, nei primi gol poteva andare meglio, li abbiamo un po’ subito. Quest’anno siamo partiti carichi, siamo partiti quasi subito, eravamo tutti vogliosi di dire la nostra in questo campionato. Non diciamo nulla, però siamo carichi e vogliosi per questo finale”.

Quella gara con il Cagliari ha lasciato un pi’ di rammarico, forse però è stata un’ulteriore spinta per partire così bene quest’anno:
“Non eravamo partiti benissimo all’inizio, i due gol ci hanno tagliato un po’ le gambe. Nella ripresa poi l’avevamo riaperta con un gran secondo tempo. Ci ha però fatto partire con ancora più voglia in questa stagione. Abbiamo poi preso anche ragazzi forti come Gytkjaer, lo sta dimostrando non giocando titolare perché c’è comunque Pohjanpalo che sta facendo un campionato stratosferico, ma Christian c’è e ci dà una grande mano. Così come, per esempio, Olivieri che ha fatto un gran gol facendoci vincere a Pisa. Tanti ragazzi stanno giocando meno, ma ci danno e ci daranno una grande mano”.

Qual è il segreto della vostra condizione atletica? Sentite di poter ripetere la volata fatta l’anno scorso?
“A gennaio il mercato era bloccato, squadre come Cremonese e Como hanno fatto un mercato veramente importante e tutti pensavano che da lì avremmo avuto un tracollo, può accadere a livello mentale che dopo aver ceduto un giocatore importante a una diretta concorrente, ma siamo stati bravi a far sì che non accadesse. Ci dispiace per Dennis perché era un giocatore importante e gli volevamo bene, poi come in ogni squadra le scelte le fa la società. Il gruppo c’è sempre stato, non che quando c’era Javorcic non ci fosse, è un grande mister e altrove penso riuscirà a dimostrare le sue capacità, però dopo il cambio siamo proprio diventati gruppo, Vanoli ci ha messo in testa determinate cose, il rispetto per tutti, le abbiamo assimilate. Ora dobbiamo riuscire a fare uno step in più e vincere più possibile. A livello fisico stiamo bene, lo abbiamo dimostrato a Palermo, la B è così, più vai, più corri, più sei concentrato sull’aspetto fisico più fai. Lo ha dimostrato il Frosinone l’anno scorso, mi ricordo che avevo un preparatore atletico lì che era un martello, a nomi obiettivamente non era tra le candidate alla promozione diretta, invece è arrivato primo. Fisicamente erano preparati benissimo. Abbiamo lavorato tanto sulla preparazione atletica con lo staff e se ne stanno vedendo i frutti”.

Vanoli dove lo metteresti in una classifica dei tecnici che hai avuto in carriera?
“Ovviamente non posso metterlo dal secondo posto in giù sennò le sento (ride ndr). Ce ne fossero mister così, ti sprona, urla ma nel senso buono, poi vai in spogliatoio si ride e si scherza, quando urla non è che ce l’ha con qualcuno, ma ha voglia di arrivare e lo ha trasmesso a tutti, chi gioca e chi non gioca, penso si stia vedendo, gente che non gioca entra e fa bene. Gytkjaer che stava giocando meno viene schierato con il Cittadella e dopo due minuti fa gol, Altare uguale. Tiene a galla tutto il gruppo ed è un fattore fondamentale, non hai solo undici titolari, fa stare sul pezzo tutti, ma come giusto che sia, vuole che pedalino tutti”.

C’è una squadra che ti ha maggiormente impressionato tra quelle in lotta per la A?
“Sono squadre forti, Parma, Cremonese, Como… ma dobbiamo guardare a noi stessi, lo abbiamo dimostrato a Parma, là e con il Como l’abbiamo persa all’ultimo. Sono tutte squadre importanti come lo è il Palermo, lì però l’abbiamo preparata molto bene ed eravamo concentrati, dopo due sconfitte all’ultimo negli scontri diretti non volevamo assolutamente perdere ed è andata bene”.

Ti trovi meglio a giocare a destra o a sinistra? Difesa a quattro o a cinque cambia qualcosa?
“Nell’arco delle varie partite ne avrò giocate 200 a sinistra, anche all’Udinese per esempio venivo schierato a sinistra. Non è un problema, a sinistra mi piace giocare, poi correre è la mia qualità. Ho sempre detto poi che mi piace giocare a quattro, avere uno dietro quando parto, ma comunque come giochiamo a 5 con il mister mi piace, sei già alto, ci abbiamo già giocato l’anno scorso e siamo abituati”.

Potrebbe essere questa la tua miglior annata in carriera?
“Ho fatto 1 gol e 4 assist, posso fare di più. Sono soddisfatto per come sta andando a me e alla squadra, rispetto all’anno scorso c’è stato una crescita di tutto il gruppo, Tessmann è cresciuto in modo esponenziale, quando ero arrivato non giocava mai. Anche Busio sta facendo bene quest’anno, a gennaio ne abbiamo cambiati diversi, Ceccaroni, Crnigoj, Cuisance, Connolly. Posso fare meglio, speriamo in queste ultime 8 partite di fare altri gol e assist, si deve sempre migliorare, mi piace migliorarmi giorno dopo giorno. È stato costruito un centro sportivo bellissimo dove abbiamo creato una mentalità pazzesca, arriviamo alle otto e andiamo via verso le cinque di pomeriggio stando sempre assieme, siamo tutti attaccati uno all’altro, se uno sbaglia gli dai una mano, corri tu per il compagno. Io che comunque un campionato di B l’ho vinto e ho perso due finali playoff mi sento di dire che è un gran gruppo, un gruppo importante, non dico niente ma siamo fiduciosi”.

Quanti gol può fare Pohjanpalo in Serie A?
"Joel è forte, è nel pieno della sua maturità, in passato senza infortuni poteva arrivare in altre squadre, quest’anno sta facendo molto bene. Secondo me può dare il meglio con due punte, a inizio anno ha segnato un po’ meno quando giocavamo con il 4-3-3 ma è veramente forte, spero vinca il titolo di capocannoniere e che ci porti in Serie A, chissà magari poi ci farà un regalo per avergli fatto vincere il titolo (ride ndr). Si vede che ha qualità, ha quasi eguagliato i gol dell’anno scorso, non tiriamogliela ma speriamo ci faccia vincere ancora tante partite con i suoi gol. Poi è una persona veramente buonissima, come tutti gli altri stranieri in squadra, non c’è invidia, Gytkjaer per esempio non gioca ma non tiene il muso, entra e segna, ci diamo la mano tutti quanti, anche i giovani hanno imparato, questo step ormai lo abbiamo superato. Quanti altri attaccanti hanno lo score di Gytkjaer da subentrato? Altri magari più giovani mettono il muso e si allenano male, questi invece sono gli esempi da seguire. Come Modolo, non gioca mai ma è sempre in campo con il sorriso e un ragazzino lo vede, ma come anche Cheryshev, non gioca mai e viene sempre col sorriso allenandosi al massimo, mai vista una cosa del genere, ha fatto gol ai Mondiali, è uno dei giocatori con la storia più importante nella nostra rosa, Villarreal, Real Madrid, Valencia, ha giocato con campioni, viene qua, non gioca ed è sempre con il sorriso, mai vista una cosa del genere, fa capire anche com’è il giocatore importante. La gente poi magari non capisce, ma la squadra è tutti, non solo l’undici che scende in campo, ma è da Pohjanpalo a Modolo o Cheryshev che anche non giocando fanno un gruppo unito clamoroso”.

Che ruolo gioca un centro sportivo come Ca’ Venezia, inaugurato da non molto?
“Penso sia fondamentale avere un centro sportivo così. In Italia centri sportivi all’avanguardia sono pochi. Tu arrivi qua, pranzi a cinque minuti dal campo, lavori poi insieme in palestra, stiamo tanto tempo al campo, facciamo colazione, andiamo al campo a fare attivazione, pranziamo e poi di nuovo al campo fino alle tre minimo arrivi, magari qualcuno si ferma a fare altra palestra, io per esempio rientro a casa alle cinque per vedere della bambina”.

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