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TMW RADIO - Pasqual: "Iachini, arrivare a Natale così è dura. Sassuolo più continuo del Milan"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
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Manuel Pasqual intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore Manuel Pasqual si è collegato in diretta con Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Sta passando un momento difficile, e già da un paio di settimana l'allenatore sembrava in discussione. Quando ci sono tutte queste critiche ad ottobre è difficile arrivare a Natale o a fine stagione, e dispiace perché i mezzi ci sarebbero tutti".

La squadra segue davvero Iachini?
"Conoscendo gli sviluppi tecnici e tattici che ha, visto che ho giocato per lui ad Empoli, vedo che la squadra le cose cerca di farle, e mi sembra più che altro che abbiano un problema caratteriale. Anche col Padova c'è stato un risultato positivo, ma una volta che subiscono un gol vanno in cianfanelle: hanno ansia da prestazione. Fino a quel momento la squadra gioca, poi però la squadra si scioglie, e si veda anche la partita contro lo Spezia. Manca tranquillità e personalità: tutto quello che succede attorno allo spogliatoio, allenatore compreso, sicuramente non porta tranquillità".

Servirebbe un'alternativa a Ribery come leader?
"Ci sarebbe Pezzella, che però ha avuto molti problemi fisici ed è stato più fuori che dentro al campo. Ci sarebbero quei quattro-cinque giocatori su cui creare lo zoccolo duro, ma se non lo fai la squadra può andare in difficoltà".

Come giudica l'addio con Federico Chiesa?
"Dal momento che un giocatore non vuole più rimanere in una società, se lo tieni controvoglia sei sicuro che farà peggio. Appena arrivato, Commisso l'ha voluto tenere e ha posticipato il problema della sua cessione: normale che lui non abbia brillato appieno nello scorso anno, e questa volta la società si è vista messa alle strette".

Come mai Bernardeschi alla Juventus è così involuto?
"Fede secondo me aveva caratteristiche per fare bene nelle grandi squadre, ottime qualità. C'è da capire se sia successo qualcosa a livello di testa, nella Juventus di fatto giochi per vincere ogni singola partita. Io nella testa ho la sua partita a Torino contro l'Atletico Madrid in Champions, il suo culmine, una partita stratosferica. Però poi, cambiato il progetto tecnico, si è visto spazi sempre più chiusi".

Aver dato la fascia di capitano a Chiesa ha indebolito la posizione di Iachini davanti ai giocatori della Fiorentina?
"Prenderei quasi più ad esempio quanto successo a me. Intanto c'è da capire chi ha preso quella scelta, al di là del giudizio e del malumore che c'è stato a Firenze. Eravamo primi in classifica, e l'allenatore (Sousa, ndr) mi tolse la fascia da capitano a fine anno solare, solo che c'era da arrivare a giugno, e il gruppo infatti la accusò. In certe situazioni la stabilità viene a mancare".

La vittoria di ieri sul Napoli è il graffio definitivo del progetto Sassuolo?
"La continuità del Sassuolo è addirittura superiore a quella del Milan, anche perché non hanno lo stesso portafogli. E poi, se al Milan manca Ibra manca qualcosa, mentre ieri al Sassuolo mancavano fior fior di giocatori, quelli che hanno fatto la differenza, eppure chi è sceso in campo non sembrava riserva. Vista la bellezza del gioco che stanno mostrando, auguro loro il meglio. De Zerbi era già un allenatore in campo ai tempi dell'Arezzo".

Non aveva dubbi su di lui?
"Ci sono quei giocatori... Vedi Liverani, giocava col microfono. L'occhio clinico da allenatore c'è, poi essere bravi o meno dipende molto anche dalle squadre che hai per le mani".

C'è un aspetto che allarma più di altri in casa Inter?
"Conte è sempre stato un allenatore che non ti faceva tirare in porta contro le sue squadre. La sua Inter ha avuto un'involuzione nei numeri della difesa, perché davanti con la bravura dei vari giocatori che ha riesce a segnare, ma quel qualcosa in più che manca è dietro, nella fase difensiva. Vero è che dal post-lockdown i campionati sembrano totalmente stravolti, e si vede una quantità di gol incredibile".

Come la valuta la gestione Eriksen?
"Probabilmente era abituato ad essere il fantasista là davanti, ma nei moduli di Conte questo non è mai stato utilizzato, e probabilmente si aspettava un profilo che potesse essere adattato a mezzala. Non so se sia un mancato inserimento o un gioco troppo schematizzato: hanno preso una stella dal Tottenham, utilizzandola però come un giocatore normale".

Dovrebbe essere la realtà della Serie A ad aiutare il calcio dilettantistico?
"Il sistema di Serie A e B prevede esborsi importanti per poter stare in piedi, c'è chi ha già fatto per esempio dieci giorni di bolla. Già in principio scindere le realtà del calcio non è facilissimo, e non saprei come venirne fuori. Sicuramente interrompere i tornei dei bambini dà un blocco ai contagi... La situazione non è semplice, e se si vanno a tagliare gli stipendi dei calciatori ne risentono anche le casse dello Stato".

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