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TMW RADIO - Orsi: "Dimissioni Prandelli, colpa di tutti. Che impressione la Juve nel mischione"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Fernando Orsi intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex portiere e allenatore Fernando Orsi, oggi commentatore tecnico per Sky Sport, è intervenuto in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto, iniziando dalle dimissioni di Prandelli alla Fiorentina: "La sua vita è stata costellata di tragedie, di cui una fondamentale e importante che l'ha segnato per la vita: a questi livelli la pressione c'è, è tanta e grande e spesso il riscontro economico, anche importante, non basta. Già dopo il Benevento aveva detto di essere stanco, poi dopo il Milan non so cosa sia successo, ma meditava già questa decisione. Un grande esempio di come molte volte devi prendere spunto da situazioni in cui non tutto è roseo, bello o dorato: siamo tutti umani, con debolezze, e questo lavoro è di ansia e adrenalina, tante persone non riescono a reggerle. Prandelli però ha lasciato un solco importante nel nostro calcio: la semifinale con la Spagna campione d'Europa è una delle ultime cose che possiamo vantare a livello di Nazionale".

Pesa il fatto di essere un fiorentino acquisito?
"Sì, in più non sono mai propenso ai cavalli di ritorno: dove hai fatto benissimo, poi, hai tutto da perdere e niente da guadagnare perché ti ricordano sempre cosa hai fatto prima. L'amore l'ha spinto a Firenze in un momento difficile: certe situazioni non sono state migliorate, come con Iachini le cose non andavano benissimo. Le responsabilità però sono di tutti, anche squadra e società".

La Fiorentina rischia di retrocedere?
"Tecnicamente sono migliori di altre squadre, ma con 29 punti e 7 di vantaggio sulla zona retrocessione, si va verso una situazione critica anche se non criticissima. Il Cagliari però è una squadra che merita più dei punti che ha, così come il Torino: nella mischia vengono fuori altre situazioni oltre a quelle tecniche. Vediamo il Benevento che ha vinto con la Juve, dopo un periodo in cui non vinceva. Il Cagliari ha cambiato Di Francesco con un punto in undici partite: bisogna stare sempre attenti e andare in campo come se fosse l'ultima partita. Se pensi di recuperare poi, non lo fai più. Iachini e l'ambiente lo sanno: servirà un altro atteggiamento e attenzione".

Il Parma perdendo col Genoa si è tagliato le gambe?
"La squadra non tiene la pressione, non regge partita e risultato. Così ovvio che diventa difficile: con D'Aversa giocano meglio, ma se vengono sempre recuperati o rimontati significa avere fragilità all'interno dello spogliatoio, uno dei motivi dietro la classifica. Ora col Benevento avranno una sorta di ultima spiaggia: dovranno fare risultato con un avversario che ha un entusiasmo incredibile".

Che succede a Roma col rinnovo di Inzaghi?
"Sono 4-5 mesi che sia Lotito che Inzaghi dicono che va tutto bene, che sono padre e figlio e che prima o poi si firma, ma non lo stanno facendo. Qualcosa c'è, non mi sembra una situazione lineare. Vediamo come si posiziona la Lazio, se va in Champions o no: non sono così convinto che Inzaghi firmerà il contratto, e per me non sarebbe nemmeno una tragedia. Ha avviato un ciclo importante e fatto un grandissimo lavoro: se va da un'altra parte, sarebbe per lui una crescita professionale. Sta nella normalità delle cose nel calcio".

Secondo lei è cresciuto anche nelle letture a gara in corso? In una big il 3-5-2 costante è un limite?
"Quando aveva iniziato nella Lazio usava la difesa a quattro, poi passando al 3-5-2 ha trovato grandissime soddisfazioni. Anche gli ultimi acquisti sono andati in quella direzione, ma non ho dubbi che lui sappia cambiare. Farebbe benissimo ugualmente giocando a quattro dietro: la scelta sempre sui soliti è perché si fida di quelli che gli hanno portato coppe e piazzamento Champions League, ma anche perché il mercato non lo ha soddisfatto appieno".

Il Napoli è rientrato in corsa per la Champions?
"Sì, e la Juventus ha perso certezze perché è rientrata nel mischione. L'Atalanta va come un treno, la Lazio può rimettersi in corsa e anche la Roma è sempre lì. Tranne Inter e Milan, per me le altre si giocano il posto e fa impressione che una di queste sia la Juve".

Quanto siamo indietro sul tema giovani in Italia?
"Da noi i giovani arrivano più tardi perché si pensa all'inesperienza, e c'è paura a buttarli dentro. Ma l'esperienza la fai solo giocando: Mancini, invece, se intravede le qualità li convoca anche se non giocano, andando in controtendenza con la mentalità dei nostri allenatori. Ha riportato entusiasmo, e sono molto fiducioso sul risultato finale".

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