Marco Padalino su Ndoye: "Qualità super ma non lo vedo come dopo Dumfries. E Manna..."
Lunga intervista con Radio Sportiva per l'ex giocatore svizzero in Italia tra le altre con la Sampdoria, Marco Padalino, già direttore sportivo e ora talent scout del Lugano. Tra i tanti temi toccati c'è anche la Nazionale elvetica che domani sfiderà l'Italia alle ore 18:00, con la formazione di Murat Yakin che ha una fortissima ossatura in casa Bologna. "E' un'asse importante per il ct. E pensare che al debutto con l'Ungheria, Aebischer non avrebbe dovuto giocare, poi ha fatto gol e assist ed è diventato un punto fisso. Poi c'è Freuler e pure Ndoye. Dan conosco da quando era ragazzino, non sono mai riuscito a portarlo a Lugano ma ha grandissime qualità…"
Che ruolo ha? Sembra ancora tutto da scoprire
"Non deve avere compiti difensivi ma è migliorato molto con Motta. La parte finale la fa alla grande, deve migliorare nella rifinitura, arriva tantissime volte davanti alla porta e forse è sprecone. Però quando non ha compiti difensivi in un 4-3-3 è perfetto ma per diventare un giocatore assoluto deve migliorare in entrambe le fasi".
Da uomo mercato, di Ndoye si parla per l'Inter. E' considerato un potenziale dopo Dumfries
"Non lo vedo, sinceramente, come Dumfries. Denzel ha uno strapotere fisico nel poter fare le due fasi anche se ha meno qualità. Però ha più gamba e può fare la fase difensiva come chiede Inzaghi. Ndoye lo vedo meno propenso: se lo metti sulla difensiva, perdi le sue qualità offensiva. In questa stagione, però, ha segnato solo 1 gol ed è un dato da mettere sul piatto e deve migliorare, spesso sbaglia la scelta e questo lo penalizza. Però è sempre, sempre lì, il gol con la Germania spero gli abbia dato consapevolezza dei propri mezzi".
Che idea si è fatto della stagione di Sommer?
"L'idea di prenderlo da parte dell'Inter era stata accolta in modo non esaltante ma ero sicuro di questa stagione. E' sempre stato penalizzato dall'altezza ma ha qualità incredibili, ha pure i piedi da centrocampista. Non avevo dubbi, ha la personalità per reggere l'urto in una squadra che deve vincere".
A Lugano, con lei, è iniziata anche la carriera dell'attuale ds del Napoli, Giovanni Manna
"Giocavo quando era team manager qui, poi ha scalato le gerarchie e ha dimostrato qualità importanti nella lettura dei giocatori. E nella trattativa è un fenomeno. Vede i giocatori, riconosce i giovani, si è dimostrato da subito e sapeva dall'inizio quel che voleva fare. E' anche un amico e sono contento per lui…".