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Lemina: "Alla Juventus ero l'uomo più felice del mondo, poi però è rientrato Marchisio"

di Alessandra Stefanelli
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

L'ex centrocampista della Juventus Mario Lemina, nel corso di un'intervista concessa al canale YouTube Colinterview, ha raccontato il suo periodo in bianconero: "Sono andato alla Juve con quelli che sono i miei obiettivi. Dimostrare nel lavoro quotidiano di poter far parte di quel gruppo, dare tutto e farmi rispettare per questo. Nelle prime 10 partite ero l’uomo più felice del mondo. In quel periodo Marchisio si era infortunato e quindi ho potuto giocare subito, il mister mi ha dato fiducia rapidamente e allo stesso tempo ero la sua seconda scelta, non c’erano altri a centrocampo. Gioco sei partite e per cinque volte sono il migliore in campo. Dunque, per me tutto andava bene”.

E ancora: "Poi c’è stato il ritorno di Marchisio. Lui è il Principino di Torino, quindi doveva giocare. Non avevo problemi su questo, lo accetto. Lui ritorna, all’inizio è difficile ma doveva giocare per ritrovare la forma e quindi io mordo il freno in panchina. Ma quando sei il migliore in 5 partite su 6, diventa più difficile tirare il freno. Inizi a chiederti perché? E da lì è diventato più difficile per me accettarlo, perché sapevo il mio livello, sapevo di poter giocare. Ero in panchina perché ci sono degli status da rispettare. In quel momento diventa difficile, ti chiedi perché stai in panchina quando hai dimostrato di poter stare in campo”.

“Ho avuto un grande sostegno da parte della squadra - ha aggiunto -. Il fatto di non giocare, dopo esser stato titolare, ha cominciato a pesare. Ho il mio ego, come tutti i calciatori. Riguardo a questa incomprensione c’è stato un alterco con Allegri in campo, durante un allenamento. Quel weekend avevamo perso e ho l’impressione che tutta la frustrazione del momento l’abbia messa su di me. Io non l’ho accettato, abbiamo avuto questa discussione che non andava bene, che ha appesantito l’ambiente durante l’allenamento. Da lì per un mese mi sono allenato da solo, l’allenatore non ha apprezzato quello che ho fatto e nemmeno io ero contento. Da lì in poi sono stato super sorpreso dalla posizione dei miei compagni. Bonucci, Chiellini, Buffon, Evra… Sono andati dall’allenatore e gli hanno detto: “devi reintegrare Mario, è uno dei più grandi potenziali della squadra. Deve tornare a giocare perché è un calciatore importante. Alza il livello in allenamento ed è quello di cui abbiamo bisogno”. Quando ho visto questo, i compagni prendere le mie parti, ho pensato che alla fine avevo ragione, ero troppo contento, era incredibile", ha concluso.

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