La Lazio perde e chiude un cerchio. Lulic, Parolo e Inzaghi: ora una nuova era
Fonte: Dall'inviato a Roma
L'era Inzaghi era cominciata lontana dall'Olimpico: a Palermo, nell'aprile del 2016. E potrebbe essersi chiusa sempre lontano da Roma, ieri sera, al Mapei Stadium di Reggio Emilia. La sua, quella di Lulic - che saluterà la Lazio dopo dieci anni - e forse anche quella di Parolo: è in scadenza a giugno e potrebbe smettere di giocare (non è escluso che rimanga nello staff biancoceleste). Ma a far rumore sarà l'eventuale addio di mister Inzaghi, l'artefice di quattro stagioni fantastiche, con tre trofei, una qualificazione in Champions e la costante presenza in Europa: non era mai successo nell'era Lotito che la Lazio disputasse una competizione intercontinentale per cinque anni di seguito.
Il rinnovo del tecnico sembrava cosa fatta, una formalità, invece è diventato molto complicato. Chissà cosa avrà pensato Inzaghi ieri notte, mentre usciva dal campo dopo la sconfitta per 2-0: per il sesto anno consecutivo, arriva un ko nell'ultima giornata. E con che umore avrà fatto colazione oggi, con la prospettiva di non poter più guidare Immobile e Co. dalla panchina. Il rischio è reale, concreto. Mercoledì si vedrà con Lotito, a un mese dalla scadenza dell'attuale contratto. Tutto l'ambiente attende con ansia l'esito dell'incontro e freme per capire il futuro della Lazio. Dopo quattro campionati, un ciclo è finito: Lotito lo sa e per questo avrebbe intenzione di cambiare, ma è molto legato a Inzaghi, con cui potrebbe ripartire per un altro ciclo rinnovando la squadra. Gattuso, Sarri, Mihajlovic e Conceicao, che mercoledì sarà in Italia, sono i candidati. Quello più forte è Gattuso, che apprezza la Lazio ed è stimato a Formello: ha già parlato con Lotito, entro metà settimana dovrà dare una risposta.