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ESCLUSIVA TMW - Dg Cornellà, club di 3ª serie che ha eliminato l'Atletico: "Come Davide contro Golia"

di Giacomo Iacobellis
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Talento, gioventù ed educazione: sono questi i tre principi fondanti de L'Unió Esportiva Cornellà, più semplicemente conosciuta come Cornellà, piccola realtà calcistica di Cornellà de Llobregat in Catalogna. Da tre anni a un passo dalla Segunda División, il club di Segunda División B (terza divisione spagnola) lo scorso 6 gennaio è riuscito non a caso a togliersi una soddisfazione storica e memorabile, battendo nel secondo turno di Copa del Rey il ben più quotato Atletico Madrid del Cholo Simeone. Un'autentica favola che ha emozionato la Spagna intera, ma che nasconde basi solide e progetti ben strutturati, proprio come raccontato in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com dal direttore generale e sportivo biancoverde Andrés Manzano nel giorno del big match col Barcellona (stasera alle ore 21 per i sedicesimi di finale).

Manzano, qual è il segreto del suo Cornellà?
"Il nostro segreto è il lavoro quotidiano. Puntiamo tantissimo sul settore giovanile, dove formiamo i nostri ragazzi sia umanamente che professionalmente con un solo obiettivo: farli diventare dei calciatori professionisti, oltre che degli uomini di valore. Non abbiamo dietro un grosso investitore, con tutti i pro e i contro del caso, e anche per questo ci basiamo tantissimo sulla cantera. La nostra missione è contribuire a far realizzare i sogni di ogni ragazzo che passa dalle nostre parti".

Che emozione è stata ribaltare ogni pronostico contro l'Atletico Madrid in Copa del Rey?
"Un'emozione incredibile e indimenticabile, un premio al duro lavoro che qui al Cornellà facciamo da anni. Avevamo preparato fin dall'inizio la sfida per giocarci le nostre carte, nonostante il maggior livello dell'avversario siamo entrati in campo senza partire battuti o demoralizzati. Così, siamo riusciti a scrivere un pezzo di storia".

Direttore sportivo, direttore generale, consigliere... Lei è un punto di riferimento a 360° per questa squadra. Cos'ha detto ai giocatori prima della gara coi colchoneros?
"Ho raccontato la storia di Davide e Golia, sottolineando come un grande guerriero venga ricordato ancora oggi per una sola vittoria. E quella vittoria noi l'abbiamo trovata proprio contro l'Atletico, sperando naturalmente che nel nostro caso sia solo la prima di molte (ride, ndr)...".

Dall'Atletico si passa al Barça: che partita sarà quella di stasera?
"Ci proveremo anche stavolta, non abbiamo niente da perdere. Il Barça tuttavia ci conosce molto meglio rispetto all'Atletico, pensate che molti calciatori che oggi fanno parte della rosa blaugrana hanno militato nel nostro settore giovanile. I culé, insomma, sanno bene che il Cornellà ha sempre voglia di lottare e competere, a prescindere dai diversi valori in campo".

Chi vi conosce benissimo è, per esempio, Jordi Alba.
"Jordi è uno dei tanti nostri figli calcistici che hanno fatto una carriera straordinaria. È sbocciato proprio qua da noi, lui così come Keita Baldé della Sampdoria. Ho un ottimo rapporto con entrambi, sono rimasti molto legati a me e al Cornellà nonostante abbiano raggiunto i livelli più alti del calcio. Capite ora perché vi dico che lavoriamo per formare i ragazzi da tutti i punti di vista? Mi riferisco anche e soprattutto all'aspetto umano".

Appena rientrato in Italia, Keita si sta confermando proprio nel campionato che lo ha visto mostrare tutto il suo potenziale: la Serie A.
"Keita è un bravo ragazzo e un gran bel giocatore, ci sentiamo ogni settimana. Ha un cuore enorme. Ricordo che il Barcellona ce lo aveva prestato a causa di qualche problema comportamentale, ma lui fin dal giorno in cui arrivò qui si mise a lavorare con umiltà e tanta voglia di fare. Lo abbiamo cresciuto bene, oggi è un attaccante esperto che sta trovando continuità alla Samp. Gli auguro il meglio e gli faccio il mio più grosso in bocca al lupo per la seconda parte della stagione".

Oltre a formare tanti altri giovani di belle speranze, qual è il prossimo obiettivo del Cornellà?
"Continuare a consolidarci e salire al più presto in Segunda División, la seconda divisione spagnola. Ci siamo arrivati vicino per tre anni consecutivi, raggiungendo i play-off con tre allenatori diversi, ma sempre la stessa filosofia. Magari un giorno riusciremo a diventare l'Atalanta di Spagna, portando il nostro modello anche nella massima serie. Sognare non costa niente...".

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