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ESCLUSIVA TMW - Danilo-Juve, l'ex tecnico: "Non si può paragonare a Cancelo"

di Giacomo Iacobellis
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Due Supercoppe di Portogallo, due Primeira Liga, una Souper Ligka Ellada, una Coppa di Grecia, una Super League e una Supercoppa di Cina, insieme a tante giovani promesse lanciate nel grande calcio. Il portoghese Vitor Pereira non può essere considerato un semplice allenatore. Piuttosto un maestro, un abile talent scout e un vero insegnante di pallone. Dopo questo primo scorcio di stagione, è proprio lui che TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva per parlare in particolare dei suoi tre ex calciatori Danilo, Alex Sandro e James Rodriguez. Tutti - in modo differente - protagonisti dell'estate appena trascorsa, tutti sbocciati sotto la sua guida al Porto.

Pereira, partiamo da Danilo: lo "scambio" con Cancelo continua a far discutere in casa Juventus.
"Non scherziamo, Danilo è un laterale di prima qualità. Lo feci acquistare dal Porto nel 2011, aveva appena 21 anni, ma già a quell'epoca mi stupì la sua grande personalità. Parliamo di un giocatore molto offensivo, un brasiliano funambolico che può disporsi sia sull'esterno che più all'interno lungo la fascia destra. È bravo coi due piedi, ha una tecnica strepitosa e negli ultimi anni ho notato anche una sua evoluzione a livello tattico, percorso che - infortunio a parte - sta sicuramente portando avanti in Serie A".

Ma la Juve ci ha perso o guadagnato?
"Non si possono confrontare Cancelo e Danilo. Sono due giocatori di livello assoluto, li conosco bene e li apprezzo entrambi. Diciamo che sono molto diversi nell'interpretare lo stesso ruolo, ma altrettanto validi. Due soluzioni differenti per la fascia della Juventus".

Fu sempre il suo Porto a lanciare poi un altro laterale juventino: Alex Sandro.
"Alex Sandro arrivò lo stesso anno di Danilo. Lui giocava a sinistra, Danilo a destra. Alex è sempre stato fortissimo col pallone tra i piedi e, nonostante i suoi 20 anni, in Brasile aveva acquisito una mentalità vincente. Non mi ha affatto sorpreso il suo trasferimento alla Juventus, oggi potrebbe militare in qualsiasi top club del mondo. Lui e Danilo hanno tutto per consacrarsi definitivamente in maglia bianconera: parlo di piedi e, soprattutto, di testa".

Alla fine non è arrivato in Serie A, ma James Rodriguez è stato veramente a un passo dal Napoli. Quanto avrebbe apportato alla squadra di Ancelotti un giocatore del genere?
"Tantissimo. James arrivò al Porto ancor più giovane, lo prendemmo a 19 anni dal Banfield. Anche in questo caso, erano talento e carisma a parlare per lui. A testa alta, col suo sinistro magnifico, quando puntava l'uomo tra le linee riusciva sempre a prendere la giusta decisione. James è un calciatore che va inquadrato bene tatticamente, togliendogli il più possibile i compiti difensivi per permettergli di avere maggiore libertà offensiva, ma resta un vero campione. Non è un caso che al Real Madrid sia tornato protagonista".

Chiosa sull'attualità di Vitor Pereira, dal 2018 alla guida dello Shanghai SIPG con ottimi risultati: una Super League e una Supercoppa vinte, soltanto finora. Come stanno andando le cose?
"Mi trovo bene, stiamo lavorando duro per rivincere il titolo in queste ultime giornate. Lo scorso anno ce l'abbiamo fatta, in questa stagione ce la giochiamo ancora con Guangzhou Evergrande e Beijing Guoan. Siamo terzi in classifica a tre punti dalla vetta, niente è ancora deciso".

Il mestiere di allenatore in questi anni l'ha portata dal Portogallo all'Arabia Saudita, dalla Grecia alla Turchia, fino alla Germania e appunto la Cina. Cos'ha trovato di diverso a Shanghai?
"Qui in Cina c'è un grave deficit nella preparazione dei giovani, nelle accademie. I calciatori che arrivano in prima squadra hanno infatti qualche problema a livello fisico, tecnico e tattico. Per questo allenare una squadra cinese significa, tra le tante cose, anche insegnare calcio. Insegnare i metodi di lavoro, le basi, i moduli... Il nostro campionato sta crescendo in maniera costante, ma c'è ancora tanto lavoro da fare".

In mezzo a tanti calciatori locali, però, lei ha la fortuna di allenare anche due campioni quali Hulk e Oscar.
"Facciamo una premessa: tutte le squadre qui hanno la disponibilità finanziaria necessaria per acquistare stelle del calcio mondiale. Prima però si trattava solamente di campioni a fine carriera, ora invece sono arrivati anche tanti buoni calciatori in pieno processo di maturazione. Giocatori così, come Hulk e Oscar, aiutano ovviamente a migliorare un'intera rosa. Rappresentano un esempio da seguire per tutti i loro compagni e stanno rendendo, anno dopo anno, la Super League cinese sempre più suggestiva".

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