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Con Rooney va in pensione una generazione di fenomeni mai vittoriosa con l'Inghilterra

di Michele Pavese
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Wayne Rooney ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato. Una notizia quasi inevitabile, considerato il doppio ruolo che stava svolgendo nel Derby County dopo l'esonero di Phillip Cocu, ma ugualmente difficile da accettare per tutti coloro che ne hanno seguito le gesta in quasi due decenni. Wazza non è stato solo uno dei più forti attaccanti del XXI secolo (nonché il miglior marcatore dell'Inghilterra, con 53 gol in 120 presenze), ma anche uno dei primi calciatori "universali", quelli che oggi chiameremmo "attaccanti moderni". Un vero precursore dei tempi: generoso, dinamico, forte fisicamente e tecnicamente, il primo a pressare e l'ultimo ad arrendersi. Un capitano e un trascinatore, soprattutto del suo Everton e del Manchester United, squadra di cui è diventato un'autentica leggenda segnando più di chiunque altro: 253 reti in 559 partite.

Per 4-5 anni è stato l'unico a tener testa a Cristiano Ronaldo e Messi. Ha vinto tanto - cinque Premier e una Champions League più una decina di altri trofei - e segnato gol importanti, belli e talvolta impossibili. Ha condiviso parte della sua carriera con alcuni dei più grandi campioni di sempre, da Ryan Giggs a Paul Scholes fino a Carlitos Tevez e CR7, senza mai cedere il ruolo di attore protagonista. Allo stesso tempo, ha conosciuto il gusto amaro della sconfitta: due finali di Champions perse contro il Barcellona e soprattutto tante occasioni sprecate con i Three Lions, di cui è stato a lungo capitano e simbolo.
Una storia meravigliosa, durata 15 anni ma chiusa senza la gioia di sollevare un trofeo, che i tifosi attendono da più di mezzo secolo. Non ce l'ha fatta nemmeno la Golden Generation, di cui Rooney è stato uno degli esponenti più illustri. Lui, insieme a Frank Lampard e Steven Gerrard, ha rappresentato per molto tempo la speranza del calcio inglese, ma non è riuscito a spezzarne la "maledizione". Ha dovuto fare i conti contro l'Invincibile Armata spagnola, che ha dominato la scena per oltre un lustro, e poi con la Germania e la Francia degli infiniti talenti. Adesso tocca a Sancho, Rashford e Kane prendere sulle spalle il peso della responsabilità. Un peso che il Wonder Boy di Liverpool si è sempre sobbarcato con piacere. Per questo era davvero impossibile criticarlo, nonostante le tante lacrime versate per i fallimenti.

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Domenica 5 Maggio 2024
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