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"Mi piacerebbe vincere la Conference". Rileggi Mourinho alla vigilia di Roma-CSKA Sofia

di Raimondo De Magistris
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© foto di Insidefoto/Image Sport

L'impiego di Zaniolo, l'importanza della Conference League, il rendimento della Roma in questo avvio di campionato. Questi e tanti altri i temi affrontati da José Mourinho, allenatore giallorossa, alla vigilia della sfida di Conference League contro il CSKA Sofia. Rileggi la conferenza stampa dello Special One.

Come sta la squadra? Come si mantiene questo livello di tensione alto?
"Cinque vittorie non sono cinquanta. Non c'è ragione per essere ultra ottimisti e positivi. I risultati positivi sono comunque importanti perché aiutano il progetto di sviluppo della squadra. I tifosi anche devono essere equilibrati come noi, devono capire che è un processo e stiamo lavorando solo da due mesi. C'è un'evoluzione? Sì, chiaramente ma stiamo tranquilli. Il fatto che lo stadio sia sempre pieno è bello e può spingere le autorità a capire che c'è una voglia tremenda della gente di tutte le squadre d'Italia di poter andare allo stadio con normalità e quindi al 100% della capienza. Tutto quello che è meno di 100% non.è niente, lo dico sempre ai miei calciatori. Dobbiamo sempre lavorare al massimo, contro il Sassuolo potevamo perdere 2-1 ma la nostra ambizione non era stata negoziabile. E' una caratteristica che vogliamo avere sempre. Turnover? Ovviamente li farò, ma l'importante è mantenere una struttura. E' una competizione dove vogliamo fare qualcosa passo dopo passo".

Su Zaniolo
"I giocatori non lo sanno ancora chi giocherà per questo non lo dico ora. Bisogna trovare un equilibrio tranquillo, senza alcun pressioni. Nicolò sta bene e l'infortunio è nel suo passato. Qualche giorno fa era stanco, capisco che quando vanno in Nazionale non c'è tanto tempo per lavorare. Se va in Nazionale e non gioca torna con capacità fisiche inferiori rispetto a quando lascia il club. Lo abbiamo visto con Nico ma anche con altri. Se sta bene è in condizioni di giocare domani. Dal punto di vista psicologico per lui è importante dimenticare l'infortunio, guardiamo al futuro".

Come si tiene compatto il gruppo dei giocatori che giocano meno?
"I calciatori sono intelligenti e capiscono le cose. Se un giocatore anche se non gioca tanto in un determinato momento guardano come gli parliamo e come noi facciamo dei commenti in allenamento o in partita. El Shaarawy capisce che per me è importante ed è un titolare. Non sono mai solo undici, stare in panchina o dall'inizio è una situazione che può cambiare. Non ho mai avuto una stagione in cui la formazione che ha cominciato è stata la stessa che ha finito. La stagione è un'autostrada, ma poi diventa anche una statua tortuosa. I calciatori devono capire che senza di loro siamo morti, non possiamo giocare solo con 10 o 11 giocatori. Stephan capisce che le sue caratteristiche mi piacciono tanto e a inizio stagione doveva percorrere un percorso per migliorare la forma che aveva perso tra Cina e infortuni. Ora è in crescita e ha tanta esperienza. Prima del Sassuolo gli ho detto che è un titolare e che lo avrebbe fatto contro il CSKA Sofia. Tutti i giocatori sono più responsabili di me nell'unità di spogliatoio. In questo senso il gruppo lavora bene tra di loro, sento la mia missione come leader molto facile perché è un bel gruppo".

Sulla Conference League
"Come assistente ho vinto anche una coppa che non c'è più (Coppa delle Coppe, ndr). Era con il Barca nel 97. Mi piacerebbe vincere la Conference, ma l'obiettivo non è essere l'unico ad aver vinto tutte e tre le coppe europee. Oggi siamo lontani dal poterla vincere, ma mi interessa e il primo passo è vincere il girone. Nessun giocatore andrà in vacanza o a riposare, saremo tutti lì. E' un progetto collettivo e se qualcuno di quelli che ha giocato con il Sassuolo va in panchina è così".

La Roma è una squadra più da coppa o campionato?
"E' facile dire che loro lo scorso anno hanno fatto bene in Europa League. La sconfitta con il Manchester è stata pesante ma di fronte c'era una squadra con un potere diverso e la Roma era arrivata in difficoltà. Non so se questa squadra è più adatta alle coppe, ma per noi è molto più importante il campionato della Conference League. Ma voglio la mentalità giusta: la prossima partita è sempre più importante. Quando ci sarà la Coppa Italia dovrà essere lo stesso. E' così che mi piace ragionare e così faremo. Voglio che la squadra sia pronta in tutte le competizioni. Domani non gioca Vina ma Calafiori, è normale che debba fare questo tipo di cambio, ma ora l'obiettivo non è pensare al campionato ma alla gara di domani".

Si aspettava quasi 200 persone fuori dal ristorante per omaggiarla?
"Quello è bello ed è importante per noi. Per chi arriva la prima volta in Italia come Tammy e Vina è importante che capiscano dove sono. Ringrazio e niente più. Questa empatia creata con i tifosi è importante. Noi dobbiamo avere esperienza e tranquillità. Dobbiamo capire che c'è tanto da migliorare. Oggi abbiamo avuto la riunione sulla gara con il Sassuolo e abbiamo analizzato gli errori. Siamo in lavoro costante. Se i tifosi capiscono questo per noi è un plus. Sono convinto che anche senza il gol magico di El Shaarawy, la gente sarebbe comunque andata a casa consapevole che avevamo dato tutto in campo".

Come stanno i centrali difensivi? Kumbulla?
"Sono quattro, è il numero giusto. Cinque sarebbero stati troppi. Sono contento con il gruppo che abbiamo, hanno età e caratteristiche diverse. Se tu mi chiedi domani se cambio tutti e due ti dico di no".

Avete iniziato bene la Serie A, ma ci sono dei difetti?
"Non siamo perfetti, c'è molto da lavorare e qualche errore lo abbiamo sempre commesso. Dobbiamo restare umili. Domani non ci sono le pressioni della gara con il Trabzonspor perché è un girone e si possono perdere dei punti. Noi vogliamo comunque arrivare primi"

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