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La scelta di Zaniolo

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Su Zaniolo abbiamo detto tutto e il contrario di tutto.
Si è passati dall’eroe al coglione nel giro di pochi mesi. Dalla notte della Conference a un pomeriggio di febbraio, a mercato del BIG5 già chiuso, quando ha accettato l’offerta del Galatasaray, insieme alla Roma.
Zaniolo è passato da essere l’errore madornale dell’Inter nella trattativa di Nainggolan, a un peso della squadra da dover cedere a qualsiasi costo e in qualsiasi momento. E’ l’eccesso del calcio di oggi, dove in un attimo vieni esaltato, l’attimo dopo vieni completamente dimenticato. Forse anche la base del fatto che non ci sia più il talento di una volta, forse una conseguenza. Oggi basta vedere i primi passi sul campo di Serie A di un giocatore per poter gridare al miracolo: salvo poi - sempre noi - chiedersi “chi l’ha visto” qualche anno più tardi perché non ha rispettato le nostre aspettative.
Zaniolo fa parte di questa categoria di giocatori. Convocato in Nazionale prima del suo esordio in A, coccolato e supportato dal popolo romanista, anche in mezzo alle sue ragazzate da ventenne. Tutto è permesso e tutto è perdonato.

Ora non è più così. Ora se se ne va è anche meglio. E ci deve lasciare anche subito. E non è solo una questione di tifo, di “maglia tradita”, di comportamento non professionale.
In questa vicenda, a caldo, sembrano averci perso tutti. Forse ad essere cinici e aridi non ci ha perso nessuno, anzi. La Roma ha incassato per un giocatore che non avrebbe più fatto giocare (e ha ragione Tiago Pinto: era difficile in questa situazione fare meglio), Zaniolo va a guadagnare molto di più di quanto guadagna a Roma e va in un club molto seguito, che ora è primo in classifica e vuole riprendersi il suo posto anche in Europa partecipando alla Champions. A Istanbul trova qualche vecchia conoscenza del calcio italiano: Muslera, Torreira, Mertens, Icardi, Ayan, Sergio Olivera (suo compagno di squadra la passata stagione). Ci sono anche Juan Mata e Bafetimi Gomis. C’è una tifoseria calda, caldissima. Zaniolo addirittura tiene anche una clasuola nel contratto per cui se dovesse arrivare un’offerta da 35 milioni di euro, sarebbe libero di accettare l’offerta senza parlare con il club.
Zaniolo è un classe 99. Lo aveva cercato il Bornemouth e lui inizialmente aveva detto di no. Troppo poco stimolante il progetto tecnico, troppo poco stimolante forse lottare per non retrocedere. Ma sarebbe stata la Premier: il campionato più bello del mondo in questo momento (senza dubbio). La vetrina più importante a livello calcistico. Certamente meno tifosi e meno calore. Sicuramente meno ex italiani in rosa (anche se Vina e Traoré sono approdati al Bornemouth). Ma se fai bene lì non c’è clausola che tenga. Se fai bene lì arrivano i soldi veri, soldi che sarebbero arrivati anche per la Roma che invece si è trovata quasi costretta a vendere dal momento in cui la situazione con Zaniolo sembrava non essere più recuperabile. Si correva il rischio che - aspettando luglio - il valore del cartellino si abbassasse ancora di più e che ci si dovesse accontentare di quello che oggi non si era accettato. Oppure continuare nel pugno duro con il giocatore e - lato Zaniolo - fermarsi per un anno e mezzo sarebbe equivalso a buttare via una carriera.
E così Galatasaray. Sembra la migliore delle soluzioni possibili, di sicuro una delle poche rimaste aperte e che da la sensazione di aver risolto un problema. Ma ti lascia anche una sensazione di incompiuto. Perché allora rinunciare alla Premier? Soltanto perché prima si era parlato di Tottenham e Milan (a condizioni per la Roma completamente diverse)? Perché non cercare un atteggiamento più conciliatorio con l’ambiente (da parte di entrambi) e cercare di gestire la situazione senza particolari pressioni (che sicuramente hanno influito)?
Questa trattativa è stata esasperata in ogni suo aspetto. Sia nelle fasi in cui c’è stato il muro contro muro, sia nelle fasi in cui si è cambiata opinione. E’ stato tutto - da lontano - vissuto con grande velocità, come i giudizi sulle carriere dei giocatori come proprio lo stesso Zaniolo. Subito comunicato il “rifiuto” di Zaniolo a partecipare alle partite, troppo in fretta il no al Bornemouth, immediata la reazione della Roma “fuori dal progetto”, troppo in fretta il cambio di idea, subito l’ok al Gala. Tutto in una settimana. Con occasioni create e cambiate nel giro di 24 ore. In barba alle strategie. E’ stata colta un’opportunità, semplicemente. Sicuramente l’ultima, prima del grande gelo. Non sappiamo se la migliore: lo scopriremo solo fra qualche mese. Con la speranza che questi mesi davvero servano per ritrovare equilibrio, da parte di tutti.

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Giovedì 2 Maggio 2024
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