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Juve: l’elettrochoc di Allegri. Inter: Handanovic, il non rosso, soprattutto il var (ma anche i capelli di Dimarco). Milan: un motivo in più per applaudire Tonali. Napoli: giù le mani da KK. E su Donnarumma…

di Fabrizio Biasin
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Sembra ieri l’altro che non c’era la sosta per la Nazionale e infatti non c’era. Ora c’è. Te la piazzano quando meno te l’aspetti, per romperti i maroni. E la abbinano ad altre cose orrende tipo “le amministrative” o una puntata del Grande Fratello, o #Instagramdown/ #whatsappdown/ #facebookdown. Quantomeno c’è Italia-Spagna che è pur sempre una bella partita e vale per la Nations League. Che cos’è la Nations League? Semplice: un torneo piuttosto inutile inventato per muovere un po’ la minestra e farci credere che sia un torneo bello. Evviva. Comunque, già che ci siamo, proviamo a vincere anche quest’altra coppa.
Tra i convocati azzurri c’è Dimarco Federico. È la sua prima volta. Prende il posto di uno sfortunatissimo Matteo Pessina, infortunato in Atalanta-Milan. In bocca al lupo a Matteo e pure a Federico, fiero esponente del club “Esteban Cambiasso”, quello di coloro che un bel giorno si sono arresi al capello rado e hanno levato tutto (tipo il sottoscritto). Il dato di fatto è che Dimarco si è rasato e un attimo dopo è arrivata la convocazione. Fate voi.
Dicevamo di Atalanta-Milan. Diventa molto difficile trovare parole che non siano “quanto sono bravi i pioli di Pioli”, ma due parole per Sandro Tonali le spendiamo volentieri. Sandro Tonali è quel ragazzino che molti di noi (quasi tutti) qualche mese fa “mi sa che è un bidone…”. Dì la verità, lo hai pensato pure tu. In qualche modo lo ha pensato anche chi gli stava vicino e, infatti, gli hanno detto: “Se vuoi una seconda occasione devi rinunciare a un po’ di grano”. Lo ha fatto senza troppi capricci. E ora viaggia come una lippa. Cioè, non come uno che piano piano sta crescendo, ma come una lippa. E lippa in una lingua simile all’italiano significa “velocissimamente”. E siccome lo sta facendo un ragazzo che a differenza di molti altri ha detto “Pur di giocare con questi colori mi tolgo un po’ di palanche” è bello dargli spazio ed è giusto esagerare con i complimenti. Bravo Tonali, ce ne fossero come te.
Ma no, non ci sono. Perché son tutti lì a pretendere il grano. E ci sta, mica caschiamo dalle nuvole, solo che poi si rischiano fastidiosi effetti collaterali. Prendete Donnarumma. Si augura giustamente che domani nessuno lo fischi a San Siro. Dal suo punto di vista è legittimo, ma è il punto di vista di chi non ha capito al 100% quello che è capitato. L’opera del suo procuratore lo ha incasinato abbastanza ed è probabile che domani qualcuno gli urlerà “brutto e cattivo”. Del resto che un tifoso del Milan si senta tradito è piuttosto comprensibile, ma non perché Donnarumma ha scelto un club diverso, semmai per la mancanza di chiarezza. Ecco, quelli come Raiola sono bravissimi a fare il loro lavoro (riempire le tasche loro e dei loro assistiti), ma sono pessimi quanto a “modalità”. E le modalità sono importanti persino nell’orrido calcio.
Son giorni che parliamo di Handanovic e dell’espulsione scampata in Sassuolo-Inter. Partiamo da un presupposto: per lo scrivente, al netto di tutto, il rosso sarebbe stata la scelta più corretta. Non è arrivato per due motivi: la scaltrezza del portiere (oh, in qualche modo è stato bravissimo). L’incapacità degli arbitri di arrendersi alla tecnologia. L’attuale protocollo var è una boiata. Secondo quest’ultimo, coloro che hanno a disposizione le immagini possono “sorpassare” il fischietto di campo solo e soltanto se quello ha combinato una cazzata colossale.

Se, invece, la cazzata è minima, allora non si può fare nulla. Cioè, resta una cazzata, ma non si può correggere. E questo per tutelare l’autonomia di lor signori i fischietti. Capite il cortocircuito? Per chi comanda è meglio un errore non clamoroso di una scelta “giusta” e che però deve passare dalla correzione della tecnologia. Sapete come si chiama questa? Arroganza. Ecco, ieri hanno inaugurato a Lissone una nuovissima e avanguardista Var Room. È unica nel suo genere e questa è davvero una gran bella notizia. Ma per esserlo completamente è necessario che si proceda a una revisione del protocollo, altrimenti avremo una Var Room meravigliosa e contemporaneamente un var che dovrà sottostare alla logica del “comanda chi sta in campo, anche se sbaglia”. Robe da matti.
Vogliamo fare i complimenti al Napoli di Spalletti? Se li merita! Anzi, glieli ha già fatti Mourinho. Avete visto la clip? “Ciao Spallettone!”. Bellissima. La strada è lunga, ma le premesse sono straordinarie. Ed è sciocco perdersi nel bla bla se non per abbracciare virtualmente la roccia Kalidou Koulibaly che l’altro giorno ha dovuto sopportare i soliti quattro decerebrati privi di sinapsi, mentre bofonchiavano la qualunque. Ha scritto così, il difensore, sui social:
“Scimmia di merda”.
Mi hanno chiamato così.
Questi soggetti non c’entrano con lo sport.
Vanno identificati e tenuti fuori dagli stadi: per sempre.
#NoToRacism
Ed è banale pensare “quanto ha ragione Kalidou”, ma anche “quanto vigliacchi sono i senza cervello”. Oh, ci fosse uno di questi pisquani che trova il coraggio per dire certe puttanate in faccia all’armadio partenopeo, signore da 187 cm x 90 kg. No, ululano a distanza di sicurezza, ben nascosti in mezzo al branco. Che schifezza.
Ci permettiamo di dire una cosa sulle Juve e buonanotte ai suonatori. Qualcuno dice “che brutta Juve”. E, insomma, siamo alle solite. Francamente siamo in disaccordo. Al momento non conta disquisire su quanto sia bella o brutta la Vecchia, ma se sia tornata oppure no a fare quello che ha sempre fatto (punti). Lo sta facendo e ci è riuscita dopo un mese di elettrochoc scientemente portato avanti da Allegri. Avete presente? Ha insultato più o meno tutti e ha certamente e volontariamente esagerato. Questa cosa poteva sortire due effetti: 1) il rigetto da parte dello spogliatoio (rigetto impossibile, tra l’altro: il tecnico ha un contratto inattaccabile), 2) il risveglio di qualcuno tra i suoi pupi. Ebbene, pur con ancora diversi limiti, la squadra lo sta seguendo sulla strada della concretezza. E questa, al momento, è l’unica cosa che conta in casa bianconera.
Bene. Diamo infine credito ad alcuni titoli e considerazioni lette qua e là in queste ore e facciamo il punto sulle pretendenti al titolo, dopo solo sette giornate:
“7 su 7, Napoli da scudetto!”.
“Milan maturo: è da scudetto!”.
“L’Inter è ancora favorita per lo scudetto”.
“Scudetto? Attenzione a escludere la Roma…”.
“La Juve è tornata allegriana! Occhio”.
Varie ed eventuali.
È evidente che quest’anno verranno assegnati dai 3 ai 5 scudetti. Minimo.

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