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Ecco perché Inter e Juventus sono nelle stesse condizioni, la differenza è la gestione: cosa programma Marotta, cosa non ha programmato la Juve. Brozovic in top10, vi ricordate che Dybala…

di Tancredi Palmeri
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Che la finale di Supercoppa Italiana sia Inter-Juventus ha un che di giusto al di là dei traguardi sportivi. Perché le due sono assolutamente speculari. Si fa un gran parlare del fatto che l’Inter sia adesso la favorita, ma ha ragione Simone Inzaghi quando dice che al 20 agosto per tutti ma proprio tutti (gli addetti ai lavori me compreso, ma almeno ho ammesso l’errore) lo era la Juventus.
Si obietterà: si vabbè, ma poi è stato venduto Cristiano Ronaldo. In verità non cambiò una virgola nei pronostici, e nemmeno nelle quote dei bookmaker che non quotano certo per antipatie o simpatie, e che ancora a metà settembre con una Juve decristianoronaldizzata e a -6 dall’Inter e -8 dalla testa, ancora ritenevano unanimemente i bianconeri primi favoriti.
Inutile ricordare per l’ennesima volta le premesse disastrate della stagione interista.
Ma per rendere i contorni giusti della situazione, è meglio fare notare una cosa: guardate che sia Inter che Juventus sono nella stessa situazione. Nel senso che nessuna delle due al momento può permettersi di programmare alcunché.
Da un lato abbiamo la Juve che non può spendere un soldo, che è appesa al destino di entrare o meno in Champions per capire che mercato potrà fare, e che di conseguenza deve proseguire alla giornata nella programmazione.
Dall’altro abbiamo l’Inter che non può spendere un soldo con patate, che nonostante il rientro del presidente si è sentita dire che non si può fare un investimento che sia uno che si chiami Julian Alvarez o Ginter, e che ha una proprietà guardata a vista dal regime politico, e che quindi non può sgarrare nel fare uscire denaro.


L’unica differenza dell’Inter nelle premesse è nel non dipendere dall’entrare o meno in Champions come per la Juve, ma a ben vedere i nerazzurri sono ancora più ingabbiati nella programmazione, e anzi loro non possono scartare l’ipotesi di dover far partire un big nel futuro.
E allora, al di là del lato sportivo, qual è la differenza nelle conseguenze?
La differenza è la gestione, al secolo Beppe Marotta.
Perché nell’impossibilita per entrambe di programmare un qualsiasi futuro investimento, Marotta ha nel frattempo intrapreso una seria e implacabile politica di rinnovi che aumenta certi stipendi solo in virtù del fatto che il monte salariale si abbasserà alla partenza di Alexis Sanchez e Vidal, e che l’impatto sul fatturato sarà mitigato dall’aumento di incassi da stadio e qualificazione Champions.
Brozovic rinnova ed entra al decimo posto della top10 dei più pagati in Serie A, ed è tutto molto logico.
La Juve invece non ha ancora deciso cosa vuole e quanto ne vuole da Dybala, o in futuro da Vlahovic, o in alternativa a Morata (che magari non andrà via adesso, ma sicuramente non sarà riscattato). Manca letteralmente la programmazione sportiva alla Juventus, quella da cui per carità puoi differire, ma almeno è il copione da cui partire per variare.
Vi ricordate questo editoriale del 1 dicembre? https://www.tuttomercatoweb.com/editoriale/e-la-juventus-ad-aver-portato-vlahovic-sul-piede-di-guerra-ma-adesso-il-rischio-boomerang-occhio-al-rinnovo-dybala-tutto-fatto-ma-la-juve-esita-tra-le-1615814
Mentre tutti celebravano l’accordo raggiunto per il rinnovo di Dybala, in esclusiva vi avvisavo che in verità in seno alla società crescevano i dubbi sul dargli tutti quei soldi, perché troppi o perché più adatti a Vlahovic. Un mese abbondante dopo i fatti hanno dimostrato la bontà dell’esclusiva, e se fa bene la Juve a pensarci su, allo stesso tempo però dimostra di non aver preso ancora una decisione, e di essere appesa agli eventi, fosse anche un paio di mesi giocati alla grande da Dybala.
Di questo passo, le decisioni per la Juventus saranno gli eventi a prenderle, e non la Juve per sé stessa…

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