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ESCLUSIVA TMW - Libertadores al via. C'è anche l'italiano Spada: "Occhio al mio Medellin"

di Gaetano Mocciaro
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Copa Libertadores al via, caccia al Flamengo campione in carica e ancora una volta tra le favorite del torneo. In questa edizione ci sarà un po' d'Italia, sebbene non in campo: l'Independiente Medellin, club tra i più popolari di Colombia è stato costruito da Federico Spada, bolognese classe 1991 e direttore sportivo del Poderoso. Una grande avventura anche per il giovane dirigente, che lavora nel Paese sudamericano da ormai 10 anni. Insieme abbiamo fatto il punto sull'edizione 2023 del massimo torneo continentale. In esclusiva per Tuttomercatoweb.

Inizia la Copa Libertadores e c’è anche un po’ d’Italia. Che sensazioni provi personalmente e che cosa rappresenta per te la Copa Libertadores?
"È una grande emozione, perché era uno degli obiettivi stagionali. Abbiamo dovuto fare due preliminari, con l'El Nacional de Ecuador e i cileni del Magallanes. Ci siamo meritati la qualificazione, abbiamo fatto 4 grandi partite e penso che possiamo fare molto bene anche nella fase a gironi. Per noi è importantissimo avere una vetrina internazionale, sia per i giocatori ma anche per la società perché la Libertadores certifica il buon lavoro che abbiamo fatto a livello internazionale".

Il tuo Independiente se la vedrà con Nacional, Internacional e Metropolitanos. Che aspettative avete e quali obiettivi vi aiete posti?
"L'obiettivo è arrivare primi nel girone. O comunque passare agli ottavi di finale. Poteva capitare un sorteggio peggiore, ci sono gironi ad esempio Flamengo e Racing, Fluminense e River Plate. Il nostro è un girone combattuto dove non c'è una squadra troppo superiore alle altre e credo che con Nacional e Internacional ci giocheremo il passaggio del turno".

Parlando in generale del torneo, sembra che da qualche anno il dominio brasiliano sia sempre più accentuato. Dobbiamo aspettarci anche quest’anno una vincitrice brasiliana? Quali sono le squadre più attrezzate per vincere la competizione?
"Il Brasileirao è il campionato nettamente più forte del Sudamerica e il poter competere tutte le settimane contro le grandi potenze brasiliane fa di loro le grandi candidate alla vittoria in Libertadores. Poi ci sono grandi squadre argentine, come River e Boca che rimangono nel novero delle favorite alla vittoria finale. C'è un discorso economico che fa la differenza, perché paesi come Brasile, Argentina ma anche Perù hanno ricavi da diritti tv superiori rispetto alla Colombia. Sicuramente squadre come Flamengo, Palmeiras e aggiungo la Fluminense sono da considerarsi tra le candidate alla vittoria finale".

Come sta invece il calcio colombiano? La mancata qualificazione ai mondiali sembra aver sancito la fine di un ciclo dove il paese sfornava grandi talenti
"Penso che il nuovo ciclo iniziato col ct Nestor Lorenzo sia iniziato nella migliore maniera. Abbiamo fatto amichevoli molto importanti, anche le ultime contro Corea e Giappone. C'è stato un cambio generazionale importante e credo che i talenti in Colombia non mancheranno mai. Faccio qualche nome: Lucumì, che gioca al Bologna ma anche Juan David Mosquera, terzino destro del Portland e peraltro canterano dell'Independiente Medellin. In attacco dico Yaser Asprilla, nazionale Under 20 assieme al nostro Miguel Monsalve, centrocampista. Altro giovane da tenere d'occhio è Jhon Duran, 18 anni, che ha già segnato con la nazionale maggiore. Insomma, i talenti sono tanti. Non cito nemmeno Luis Diaz e Sinisterra che ormai sono delle realtà della Premier League. Credo pertanto che ci sia un buon cambio generazionale e la nazionale colombiana si farà valere nei prossimi tornei, compreso il Mondiale".

Da addetto ai lavori quali nomi sono da tenere d’occhio in questo torneo? Chi può sfruttare questa vetrina per il calcio europeo, magari italiano?
"Dico Vitor Roque, attaccante 17enne dell'Athletico Paranaense, che si è messo in mostra nel Mondiale Under 20; Kendry Paez, trequartista dell'Independiente del Valle che ha soli 15 anni e sarà uno dei più giovani di sempre a giocare in Libertadores. Ed Endrick, che è un giocatore che conosciamo tutti dato che il Real Madrid lo ha già acquistato dal Palmeiras ed è certamente una realtà che si potrà consolidare in Libertadores. Parlando invece dei colombiani dico Miguel Monsalve, centrocampista nostro classe 2004: grande qualità e numero 10 dell'Under 20 nell'ultimo sudamericano. E poi dico Oscar Perea dell'Atlético Nacional: esterno destro che gioca a sinistra, forte nell'uno contro uno. È anch'egli giovanissimo, classe 2005".

Tornando a te, da anni sei in Colombia e ormai ben integrato anche nel paese. Una scelta controcorrente per un italiano. Ci spieghi il perché della tua scelta e come hai fatto ad arrivare ad essere direttore sportivo di un club di prima divisione?
"Sono dieci anni che sono qui, passando la maggior parte del tempo come direttore sportivo dell'Udinese School in Colombia. Dopo 7 anni è arrivata la chiamata del Fortaleza, nella seconda divisione colombiana. L'anno scorso è stata probabilmente l'annata migliore della storia del club, vincendo il campionato, portando 8 giocatori nelle nazionali giovanili, arrivando ai quarti di finale della coppa nazionale battendo persino il Deportivo Cali, campione di Colombia in carica. Si sono fatti buoni risultati e a fine anno scorso ho ricevuto una proposta del proprietario del Medellin, Raul Giraldo e dal presidente Daniel Ossa. Sono molto contento di essere in questo grande club, con una tifoseria pazzesca, una cantera ottima e una società con ottime persone in cui si può lavorare e sviluppare un progetto a lungo termine".

Il ritorno in Italia è un obiettivo?
"Quello sì. Ho avuto anche un'offerta da parte di un amico mio per un club di Serie A. Non è stato facile dirgli di no, ma l'obiettivo futuro sia quello di tornare in Italia dopo tanti anni di gavetta importante in gavetta".

Intanto però c'è un percorso appena intrapreso con l'Independiente Medellin
"Credo che il progetto possa essere triennale. Sono molto contento di questa opportunità e di quel che stiamo facendo nel club in questi primi tre mesi. Sono sicuro che un grande futuro aspetta il Medellin".

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