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Samp, Sottil e la sfida a porte chiuse: "È qualcosa di surreale, ma non deve essere un alibi"

di Claudia Marrone

Scenderà in campo questa sera la Sampdoria, che tra le mura amiche del 'Ferraris' affronterà una Juve Stabia neopromossa in rampa di lancio, nel match che inaugurerà l'8ª giornata del campionato di Serie B, turno che anticipa la seconda sosta stagionale per la Nazionale; fischio di inizio fissato alle ore 20:30, in uno stadio che sarà quasi surreale perché, come noto, dopo gli scontri tra tifosi nel derby di Coppa Italia contro il Genoa, sia i blucerchiati che i rossoblù dovranno giocare a porte chiuse (situazione che, considerando i due club, colpisce 47498 abbonati).

Anche su questo tema, nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri alla vigilia del match, ha parlato il tecnico doriano Andrea Sottil. Ecco la sua considerazione in merito: "Ho sia allenato che giocato da calciatore a porte chiuse. È qualcosa di surreale, è un po’ come fra virgolette ammazzare un po’ lo spettacolo perché, specie in casa nostra, il pubblico è meraviglioso e trascinante. Detto questo, non possiamo che prenderne atto. Non dobbiamo farne una scusa e un alibi perché lo sappiamo da diversi giorni. È successa questa cosa ed è stata presa questa decisione. Abbiamo l’obbligo di andare sopra tutto e tutti, fare una grande prestazione e raggiungere un risultato importante".


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