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Veron ricorda Eriksson: "Si preoccupava di creare un gruppo, chiese alla Samp di acquistarmi"

di Andrea Piras

Nel corso dell'intervista concessa all'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, Juan Sebastian Veron ha ricordato Sven Goran Eriksson, scomparso ieri l'argentino ha avuto proprio lo svedese come tecnico sia alla Sampdoria che alla Lazio: "Io non ero nessuno - ha esordito l'ex centrocampista - soltanto un giovane calciatore venuto dall’Argentina per cercare di sfondare nel calcio italiano. Mentre lui, per me, era il Signor Eriksson. Eppure, quando gli strinsi la mano, non avvertii distanza, mi fece sentire al suo stesso livello.

Mi volle a tutti i costi alla Samp? Proprio così. Il mio procuratore gli aveva fatto avere alcune videocassette e su quelle si basò per chiedere ai dirigenti della Samp di acquistarmi. Si fidò delle sue prime impressioni.

Che allenatorice era? Prima cosa da dire: non era invadente. Nel senso che sapeva che la fortuna delle squadre sono i calciatori e lui aveva l’umiltà di mettersi a loro disposizione. Più che delle tattiche e degli schemi, che comunque conosceva alla perfezione, Eriksson si preoccupava di creare un gruppo. E quando parlo di gruppo intendo che tra di noi ci doveva essere amicizia, intesa, comprensione. Questo era il suo obiettivo - ha proseguito Veron - e dovrebbe essere l’obiettivo di ogni allenatore".


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