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Simic: "Per mio figlio Roko sarebbe il top avere un tecnico come Gasperini o Juric"

di Alessio Del Lungo

Dario Simic, ex terzino destro di Inter e Milan, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport, iniziando con l'analisi dell'Europeo: "Fare pronostici è molto difficile. La generazione di Luka Modric è stata incredibile. Poi nessuno si aspettava che arrivassimo terzi al nostro primo Mondiale nel 1998. Addirittura nel 2018 ci hanno sorpassati prima di arrivare di nuovo terzi in Qatar. Questo per un paese così piccolo è incredibile. I meriti vanno divisi tra Dalic e la generazione di Modric, Brozovic, Kovacic. Siamo stati fortunati ad avere tanti ragazzi bravissimi e grandi professionisti. Per noi croati rappresentare la nostra nazionale è diverso essendo un paese giovane nato appena 30 anni fa. Noi croati in generale ci teniamo tantissimo alla nazionale".

La Croazia ha prodotto campioni come Prosinecki, Boban, Suker, Simic, Modric, Mandzukic e tantissimi altri.
"Sicuramente abbiamo talento da vendere. La Croazia produce tanti fenomeni sia nel basket che nel calcio. Geograficamente siamo la giusta misura tra est e ovest. Noi abbiamo la mentalità dei paesi dell'Europa occidentale anche se caratterialmente siamo dell'est. Eravamo sotto assedio e rimaniamo dei balcani. Vivere in Croazia è sempre stato difficile ma ciò ha fatto di noi gente forte".

Qualificarsi agli ottavi per la Croazia è molto difficile ora.
"Questo è un gruppo molto difficile. La Spagna è sempre fortissima e contro l'Italia storicamente abbiamo sempre avuto difficoltà. Alcuni ci danno per favoriti contro gli Azzurri ma tatticamente loro sono di un altra categoria, i loro giocatori giocano in un campionato top. Sarà un esame difficile lunedi prossimo. Se puntiamo al secondo posto? Può succedere di tutto, possiamo arrivare primi così come possiamo anche non qualificarci del tutto per gli ottavi. Ma l'importante è passare. Poi dopo, come abbiamo dimostrato agli ultimi due mondiali, siamo capaci di battere chiunque perché la Croazia è molto forte nella fase ad eliminazione diretta. Tutti dicono che saremo favoriti a Lipsia lunedi contro la squadra di Spalletti? No, io non sono d'accordo, trovo che sia un affermazione esagerata. L'Italia è un grande paese calcistico con una storia importante, avendo vinto quattro mondiali e due Europei".

Gli anni d'oro della Croazia sono alle spalle?
"Noi dal 2018 al 2022 abbiamo perso tantissimi giocatori come Subasic, Mandzukic, Vrsalijko... mentre Rebic non c'è più. E tocca vedere in quali condizioni si presenterà Perisic dopo il problema al ginocchio. Poi Modric ha 39 anni e Brozovic gioca in Arabia Saudita. Questa generazione pian pian sta volando via, gli anni migliori sono finiti. Ci vogliono nuove promesse ma non è facile trovarle. Bisogna essere realisti e accettare che è quasi impossibile trovare altri Modric e Brozovic. Già è difficile per i paesi grandi, figuriamoci per quelli piccoli come la Croazia".

Che momento sta attraversando il calcio italiano?
"Avete dei buoni giocatori ma non ci sono più i grandi nomi di una volta. È incredibile come da voi manchino i campioni. Dura capire cosa sia successo, magari si è sbagliato qualcosa nella formazione dei giovani. L'Italia però è un paese di 60 milioni di persone: dove sono finiti i grandi nomi che facevano grande il vostro calcio una volta? Mi riferisco ai Vieri, Del Piero, Nesta, Maldini. Oggi avete dei buoni giocatori che sono forti tatticamente ma non sono dei grandi nomi. I migliori italiani con cui ho avuto il piacere di giocare? Per il giocatore e la persona che è e la continuità avuta dico Paolo Maldini. Poi ci metto anche Christian Vieri che è stato un calciatore incredibile. Quando l'ho visto la prima volta in allenamento mi ero detto 'ma questo è un fenomeno'. Bobo era molto potente e fortissimo tecnicamente".

Che cosa è successo ad Halilovic?
"Tutti gli scout che hanno scoperto Alen a 15 anni dicevano che fosse il più grande talento che avevano mai visto. All'epoca lo paragonavano persino a Messi. Ma con i giovani bisogna andarci piano, non sai mai al 100% cosa puoi aspettarti davvero. Alcuni non crescono bene e prima di compiere 18 anni si perdono. Altri non hanno la mentalità giusta e fanno scelte sbagliate. Ci sono tanti fattori che influiscono".

Suo figlio Roko invece come si trova in Austria?
"A Salisburgo gli attaccanti crescono bene. Roko ha fatto una bella figura in Champions League quest'anno, mettendosi in mostra due volte contro l'Inter. Per me che ho giocato nell'Inter è stata una grande emozione. Poi contro il Benfica è stato il migliore in campo. Lui è un 2003, è alto un metro e 90 e corre tantissimo per un attaccante. Se lo critico? Solo in senso positivo, per fargli capire dove deve migliorare anche se preferisco non mettergli troppa pressione addosso. Dicono che non sia un killer in area? Non sono d'accordo, il primo anno a Liefering ha fatto 20 gol ed è stato anche capocannoniere in Youth League senza dimenticare i 10 gol con l'under 21 croata. Lui è una prima punta e dà il meglio di sé quando fa reparto da solo. Ma il Salisburgo gioca spesso con due punte, un problema. L'importante è avere un buon allenatore che creda nei giovani e che gioca un calcio che esalti le sue caratteristiche. Gasperini o Juric ad esempio per lui sarebbero il top".


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