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Roma, anche Ranieri paga gli errori di Monchi. Zaniolo unica luce

di Ivan Cardia

La Roma ha un problema. Non era Eusebio Di Francesco, non è Claudio Ranieri. A metà marzo, però, non è ancora chiaro come i giallorossi possano stare in campo e far coesistere le tante anime che costruiscono un gruppo di giocatori senza un filo comune. L'esonerato ha provato a dare un senso alla rosa messagli a disposizione da Monchi, ma non è mai riuscito a farlo. In 36 partite, 36 formazioni diverse: gli infortuni hanno fatto la parte del leone, questo è vero, ma è il rovescio della medaglia di una squadra rivoluzionata in estate e non "riparata" in inverno. Con tanti doppioni e poche alternative, per quanto possa sembrare paradossale.

Gli infortuni restano protagonisti anche nella seconda uscita, sconfitta per 2-1 a Ferrara, della Roma di Ranieri, che per sciogliere il rebus tattico ha provato il modulo più semplice del calcio. Il 4-4-2 è l'abito tattico più basilare che si possa pensare, eppure la Roma vi resta scomoda come lo è stata per tutta la stagione in altre vesti. El Shaarawy è sacrificato, Kluivert ancora deludente. Un terzino difende male, l'altro spinge poco. In attacco, Schick non è una né carne né pesce e il solo Dzeko non basta.

Cambia tutto, o quasi, con Nicolò Zaniolo. Che un ragazzo di 19 anni, arrivato peraltro in modo anche fortuito a Roma, sia l'unico in grado di dare un senso logico alla manovra dei suoi, è la fotografia perfetta di una stagione nata storta e che continua all'insegna del navigare a vista. È però anche una risorsa, Zaniolo: la migliore che Ranieri ha tra le mani in questo momento. Tra tutti gli errori del direttore sportivo spagnolo, almeno c'è un risvolto positivo. Di Zaniolo, condizione permettendo, anche Ranieri non può fare proprio a meno.


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