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Napoli, il caso Kvara è simile a quello di Vlahovic. Ma con 12 mesi di contratto in più

di Andrea Losapio

Il caso Khvicha Kvaratskhelia assomiglia molto a quello di Dusan Vlahovic di qualche stagione fa. Perché il georgiano è passato dal chiedere circa 5 milioni di euro a stagione fino a un - mostruoso - ingaggio da 8 milioni. Più di Leao per intenderci, poco sotto a Lautaro Martinez, inferiore a quello di Osimhen e dello stesso Vlahovic. Giusto o sbagliato che sia, sembra una situazione difficilmente districabile per il Napoli, ma pure per lo stesso attaccante che, a giugno, aveva un'offerta da 100 milioni sul tavolo da parte del Paris Saint Germain, rifiutata dagli azzurri. D'altronde ha ancora un contratto di 3 anni.

Ripercorrendo il nastro della storia, si può ricordare cosa capitò a Vlahovic. Nel 2020 percepiva "solamente" 400 mila euro e aveva una scadenza al 30 giugno del 2023. Gli agenti del giocatore chiesero un miglioramento dell'ingaggio intorno al milione più bonus, considerati i 20 anni e che era stabilmente in prima squadra, anche se non del tutto esploso. La Fiorentina spostò la palla più avanti per un periodo, salvo poi chiedere un appuntamento quando oramai le richieste erano cambiate: 1,8 più bonus. Questo capitava a fine 2020: anche qui la cifra fu considerata troppo alta. Da lì in poi la spirale cambiò decisamente, perché Vlahovic esplose definitivamente chiedendo cifre sempre più alte, prima 2,5 milioni, poi 4, poi rifiutando qualsiasi cosa fino al trasferimento del gennaio 2022, comunque a cifre altissime: 75 milioni.

La situazione appare simile, ma con un anno di più di contratto. Perché Kvaratskhelia è esploso subito, alla prima stagione. Quando ne hai altre quattro poi è anche difficile chiedere, mentre il Napoli rischia un tira e molla continuo fino a che non ci sarà un'unica soluzione: venderlo per non rivedere un caso Vlahovic. E nel frattempo sperare che le prestazioni non siano in involuzione, altrimenti il rischio di non potere chiedere certe cifre sarà più che palpabile. D'altro canto Antonio Conte aveva messo il veto sulla cessione in quest'estate. Segno che ci crede fermamente.


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