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Lazio, Luis Alberto: "Per un regista la testa vale l'80% del calciatore"

di Pietro Lazzerini

Luis Alberto, centrocampista della Lazio, ha rilasciato un'intervista a France Football ripartendo dai propri ricordi di infanzia legati al calcio: "Quando ero piccolo giocavo spesso da solo. Sono stato fortunato ad aver avuto qualcuno che mi ha notato dicendo a mia madre di portarmi nella squadra del mio paese. Nel mio villaggio, all'epoca non esisteva una scuola calcio, quindi questa persona che mi ha notato fu molto importante per me. Sono andato a Jerez, a circa 30 km da casa. Avevo 8 anni e mi hanno dato una palla per potermi allenare. Un cambiamento radicale considerando che ero abituato a giocare da solo davanti al negozio di mia mamma". Poi a proposito del ruolo da "numero 10": "Ci viene chiesto di districarci dalla densità, di trovare spazi che gli altri non riescono a creare o vedere. Il nostro ruolo è muoversi con due secondi d'anticipo per ottenere il momento giusto e battere l'avversario. La cosa più importante è trovare un momento di squilibrio nell'avversario. E' sempre una questione di scelte, la cosa più complicata del mio ruolo. Il regista gioca molto di più con la testa che con i piedi. Questo anche perché spesso siamo più lenti degli altri. La testa è l'80% del calciatore. Se hai la testa libera, che pensa solo a ciò che devi fare, ti aiuta in modo pazzesco. Ripeto: vale l'80% del nostro gioco e se aggiungi conoscenza, concentrazione, ambizione, acquisti la fiducia che serve. Questo è quello che è successo quando mi sono perso nei momenti difficili del mio viaggio".


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