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Inter, metodo Conte 2.0. Vincere la Coppa Italia può essere un boost decisivo

di Alessandro Rimi

Lamentele, facce nere, provocazioni. L'Inter non ha digerito il fatto di dover giocare il finale della Coppa Italia, affrontare una sfida (o più di una) ad altissima intensità laddove in ballo c'è già il primo trofeo stagionale e in soli quattro giorni, prima del restart della Serie A con il fondamentale recupero contro la Sampdoria. Da vincere obbligatoriamente per mantenere qualche speranza sullo scudetto. A Napoli, al di là dello sfogo a caldo, il 13 giugno l'Inter non manderà in campo la Primavera, ma la versione migliore di se stessa. A questo sta lavorando Antonio Conte, a un programma scientifico che vedrà lunghe sedute con il pallone al centro: prove, schemi, movimenti su palla inattiva, partite a porte piccole, partite a campo ridotto, partite a campo aperto, attacco e difesa e di nuovo attacco a ritmi via via sempre più frenetici. Questo è ciò che farà seguito all'attuale andamento lento che ha lo scopo di ripristinare la condizione fisica, la rapidità del passo e l'integrità mentale sull'erba. Ovviamente le ore i giocatori le passeranno anche allo studio dei video. L'allenatore interista ha sfruttato la quarantena per dedicarsi alla review di tutte le gare della sua squadra. Di appunti e scarabocchi ne avrà consumato parecchi, la penna rossa sempre ben in vista. Nulla, come sempre, viene lasciato al caso. A maggior ragione adesso. È ciò che Antonio e il suo staff sanno fare meglio: prepararsi, capitalizzare il momento, ottimizzare la (ri)partenza per provare a (ri)prendere terreno o, in questa circostanza, recuperarlo. E, fatica e dispendio energetico a parte, chissà quanto famelica e sicura dei propri mezzi potrebbe essere la sua Inter in campionato, chissà quanto potente potrebbe rivelarsi il boost per i nerazzurri qualora al rientro in A si presentassero, oltre che con il gruppo al completo, pure con il primo titolo in mano, nove anni dopo dall'ultima volta.


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