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Il castello difensivo di Mazzarri che non ha funzionato con la Juventus

di Marco Conterio

"Abbiamo il castello difensivo e lo abbiamo sempre fatto bene". Walter Mazzarri, nella conferenza di una gara che potrebbe decidere il suo futuro, ha raccontato anche i dettagli della rete subita nel derby contro la Juventus da Matthijs de Ligt. "Con la Juve è successo che hanno fatto un corner manovrato, il pallone è andato fuori dall'ultimo uomo del castello. Per la bramosia sono andati tutti dentro la porta verso Sirigu e abbiamo lasciato liberi gli avversari", ha detto oggi il tecnico granata. Come risolverla? "E' una correzione facile, cercheremo di stare più attenti. Un episodio ci ha condannati in una partita ben giocata. E' per questo che mi brucia tanto aver perso".

Il castello Le immagini chiariscono bene l'idea del castello difensivo. Che è uno schema tattico sui calci piazzati applicabile sin dai primi calci fino al professionismo. E' di fatto una difesa a zona: ogni calciatore ha una propria area di competenza da coprire. Non è una marcatura a uomo e neppure mista, Mazzarri e il Torino adottano il castello puro. Il problema, contro la Juventus, è che Armando Izzo si schiaccia troppo su Cristiano Ronaldo e su Salvatore Sirigu, lasciando Gonzalo Higuain solo. Poi, il resto dei giocatori, si schiaccia sulla linea del pallone correndo sulla prima traiettoria, lasciando solo De Ligt. E' un rischio che, abitualmente, sul castello si rischia sulle conclusioni da fuori visto che alcuni tecnici tengono l'area piena e non il limite. Gli schemi classici prevedono uno o due difendenti su chi batte l'angolo, a seconda di quanti vanno sulla lunetta, uno sul palo, quattro (o cinque, nel caso non ci siano due difendenti in lunetta) e due a metà area.


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