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Bigica esalta Vlahovic: "Con un talento così, con quella fame poi diventi un top player"

di Andrea Piras

Intervistato dall'edizione odierna di Tuttosport, Emiliano Bigica si è soffermato su Dusan Vlahovic: "Dusan quando è arrivato a Firenze non poteva ancora essere tesserato per via dell’età (fece il primo stage alla Fiorentina a novembre 2017, non ancora diciottenne, ndr) e mi aveva colpito il fatto che capiva e parlava l’italiano: era già avanti con la testa.

L’altra cosa che mi ha sempre colpito, e per la quale lo porto come esempio ai miei ragazzi, era il fatto che lui, se non giocava in prima squadra, mi chiamava per venire in Primavera perché voleva giocare. A lui interessava soltanto la partita, indipendentemente dalla squadra: aveva grande fame, grande voglia di migliorare. Ed è normale che un giocatore con un talento così, con quella fame poi diventi un top player".

Si dice che proprio questa fame, questo pretendere moltissimo da se stesso, a volte si trasformi in un limite per Vlahovic, portandolo a farsi condizionare negativamente da un errore e togliendogli serenità. Lei lo conosce bene: è davvero questo l’aspetto che deve migliorare per fare l’ultimo salto di qualità?
"Sì. Lui è molto critico con se stesso, cerca la perfezione, ma la perfezione non esiste, specialmente in una stagione intera: ci sono partite in cui non puoi essere perfetto, ma puoi essere utile alla squadra. Quindi è importante non fossilizzarsi su un errore o su una cosa che non va e aiutare la squadra con una corsa in più, con un attacco alla profondità in più, con uno scarico in più. Dusan lo sa, però questa sua fame, che è una cosa sicuramente buona, a volte lo porta a chiedere troppo a se stesso".


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