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Gli attaccanti di Atalanta, Sassuolo e Bologna, le riserve di Roma, Napoli e Juventus contro le stelle di Real Madrid, Manchester United, Manchester City e Bayern Monaco. Bellingham è coetaneo di Baldanzi: hanno ragione i disfattisti?

di Marco Conterio

Il centravanti dell'Italia di Luciano Spalletti, Gianluca Scamacca, quattro anni fa ha giocato una stagione all'Ascoli senza andare in doppia cifra, lo scorso anno è stato riserva al West Ham e adesso ha segnato due gol all'Atalanta. E contro l'Inghilterra ha segnato la sua prima rete dopo dodici gare a secco. Domenico Berardi, esterno d'attacco della Nazionale italiana, non ha mai giocato una partita in carriera nelle competizioni internazionali col Sassuolo. Stephan El Shaarawy ha giocato una sola gara in carriera per oltre novanta minuti con l'Italia, ovvero la finale per il terzo posto della Confederations Cup del 2013. Moise Kean ha segnato quattro gol in carriera con l'azzurro: contro Finlandia, Liechtenstein e due contro la Lituania. Riccardo Orsolini, prima di entrare per tre minuti nella ripresa, aveva giocato a ventisei anni con l'Italia solo contro Armenia, Estonia e poi scampoli di gara contro Ucraina e Malta. Forse non c'è bisogno neanche di andare oltre, con questo editoriale, potrebbe finir qui il racconto del nostro calcio, del nostro attacco, della differenza che è intercorsa tra l'Italia e l'Inghilterra nella gara di Wembley.

Un confronto impietoso
Facciamoci del male, però. Andiamo a osservare e analizzare quello che è il reparto avanzato di Gareth Southgate, che per nostra fortuna e per quella di chi lo ha sempre sfidato (vincendo) negli ultimi anni, non è certo un genio delle panchine (eufemismo). Difatti in terra d'Albione è inviso al pubblico, ma giù un brindisi e tutto passa. Harry Kane avrà pure la bacheca vuota ma è uno dei migliori numeri nove, da anni, del panorama mondiale e pure miglior marcatore della storia della Nazionale di Sua Maestà. Marcus Rashford, nonostante le endemiche difficoltà del post Ferguson in casa Manchester United, è una delle poche luchi dei Red Devils e giocatori abituato a grandissimi palcoscenici. Jude Bellingham è la stella assoluta del Real Madrid (!) a vent'anni, Phil Foden è un 2000 che da anni gioca da veterano, elogiato da Pep Guardiola, al Manchester City. E come lui pure Jack Grealish, icona dei Campioni d'Europa, e mancava anche il migliore dell'Arsenal, Bukayo Saka.

I paragoni sono semplicemente impietosi.
Giorgio Scalvini sarà il futuro della difesa italiana, se il percorso proseguirà in questa direzione, se tutto andrà come premesse e promesse raccontano. Però non è ancora pronto e lanciarlo dal 1' a Wembley è stato un azzardo. Scalvini gioca all'Atalanta, Kane al Bayern, e tra le differenze della gara c'è stata anche questa. Non c'è neanche l'attenuante dell'età: i calciatori dell'Inghilterra sono in gran parte giovani e schierati in campo dalle grandi squadre senza paura. Hanno abitudine alle migliori competizioni, alle più importanti pressioni. Bellingham è dello stesso anno di Tommaso Baldanzi, che è il trequartista dell'Empoli e del nuovo ciclo dell'Under 21. Racconta tutto. Racconta che l'Europeo vinto non è stata la base per ricostruire nulla, racconta che non essersi qualificati a un Mondiale non è servito a niente. Così rischiamo di non andare all'Europeo, anche se abbiamo tra Nord Macedonia, Ucraina e forse anche i play-off (speriamo di no) un triplo salvagente. Ma se così dovesse essere, sprofondare rischierebbe di non essere neanche il prossimo punto più basso...


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