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TMW RADIO - Prof. Pulcini: "Sì a tornare a giocare in sicurezza. Non si deve avere paura"

di TMWRadio Redazione

Il prof. Ivo Pulcini, direttore sanitario della Lazio, ha parlato a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, della possibilità di ripresa degli allenamenti nel mondo del calcio.

I calciatori che hanno contratto il virus, potrebbero avere una riduzione della capacità polmonare. E' così?
"E' indiscutibile. Se c'è stato un contagio con una sintomatologia polmonare, è chiaro che un risentimento polmonare, documentabile con una semplice radiografia, dimostra che c'è stata una piccola offesa all'apparato polmonare. Ma pare che colpisca anche l'apparato cardiovascolare. Ogni singolo malato però ha condizioni diverse, quindi serve una graduale ripresa dell'attività fisica da valutare caso per caso. Coloro che non hanno avuto contatto col virus, credo che abbiano diritto di accesso al campo. Sarà necessario fare degli accertamenti anche per loro, come controllo della temperatura, elettrocardiogramma e spirometria. Non dobbiamo però allarmare i giocatori, saranno tutelati e controllati nella massima sicurezza. Ci vorranno 15-20 giorni di rodaggio perché poi possano tornare in condizione".

Come si alleneranno i giocatori?
"La tutela viene estesa non solo ai giocatori, ma a tutto lo staff e a chi ha a che fare con il centro sportivo. Per quanto riguarda l'allenamento, per proteggere l'atleta da ogni rischio. Credo che sia prudente e intelligente anche promuovere 5 cambi, in questa situazione. Dopo un allenamento e una partita, si abbassano le difese immunitarie e ci vogliono certe cautele".

Ritorno all'allenamento il 4 maggio è plausibile?
"E' possibile, con tutte le cautele del caso e solo se lo stato darà l'ok. Saremmo pronti anche prima, ma credo che siamo tutti sulla stessa barca ed è giusto ripartire tutti allo stesso modo".

Che calcio rischiamo di vedere dopo questo stop?
"Si perde la forma, non abbiamo più muscoli elastici. Ci sono tante componenti che vanno prese in considerazione".

Vale la pena tornare a giocare?
"Non vale la pena rischiare, questo è vero. Dobbiamo proteggere i giocatori, ma è un loro dovere lavorare per guadagnare. Quindi diventa una necessità. Non c'è motivo di avere paura, se ci sono le condizioni giuste, come sanificazione delle strutture e mascherine. Se sono vicini, devono metterle, ma se ci sono le condizioni di distanza possono non metterla. I guanti? Certo, perché toccano i palloni ed è necessario".


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