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Giuseppe Vives: “Toro, per l’Europa serve una rosa più ampia”

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
Giuseppe Vives
Giuseppe Vives
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Giuseppe Vives è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Vives si è appena ritirato dal calcio giocato, ma ha militato nel Torino dal 2011 a gennaio 2017. Peppe con il fratello Raffaele ha fondato una scuola calcio a Casoria che fa parte dell’Academy del Torino Fc. Con lui che ha vissuto la precedente esperienza del Torino in Europa League abbiamo parlato di quella che sarà affrontata dall’attuale squadra fra meno di un mese.
L’approdo del Torino in Europa, anche se per l’esclusione del Milan, è comunque il coronamento della passata stagione?
“Sicuramente sì, perché il Toro ha fatto un grandissimo campionato e se anche sul campo è arrivato alle spalle del Milan ha comunque meritato di cogliere questa grande occasione e di vivere di nuovo quest'esperienza”
La stagione sarà lunghissima perché inizia con i turni di qualificazione all'Europa e poi ci sarà il campionato e da gennaio la Coppa Italia. Anche a voi capito così, ma come si affronta?
“Tante partite tolgono energie sia mentali sia fisiche soprattutto perché con l'Europa League si devono affrontare viaggi anche lunghi, ma questo lo si può superare avendo una rosa ampia e che dà delle garanzie. Tante partite fanno sì che ci sia spazio per tutti e i giocatori devono farsi trovare pronti e dare il massimo”.
Per il Torino rispetto alla passata stagione cambierà tutto ad iniziare dagli allenamenti perché ci saranno quasi sempre tre partite a settimana.
“È vero, mi ricordo che quell'anno che facemmo l'Europa League praticamente ci siamo allenati pochissimo ed era la partita a dare la condizione fisica. Dalle trasferte si ritornava la notte il giorno dopo non si poteva fare un allenamento normale il giorno successivo c'era già la rifinitura per la partita successiva e poi si andava di nuovo in campo e si giocava. Purtroppo si facevano pochi allenamenti, ma vivere l'emozione dell'Europa League dà una carica in più e le energie si riescono a recuperare lo stesso”.
Rispetto a voi l'attuale con Torino com'è?
“Sicuramente questa è una squadra di grande qualità composta da giocatori importanti. Noi, senza voler assolutamente discriminare la nostra rosa, ma fra noi c'era più di un giocatore, se non ricordo male tre o quattro, che venivano dalla serie B quindi per noi è stato un crescendo e abbiamo raggiunto l'Europa disputando un grandissimo campionato grazie all'organizzazione del gioco e la qualità degli uomini che avevamo per cui raggiungemmo un obiettivo importante. Ma l'attuale Torino è formato da giocatori importanti e sicuramente verranno aggiunti alcuni altri giocatori e con la qualità che già c'è la squadra potrà fare benissimo”.
Finora si è parlato d'implementare il gruppo con un terzino, una mezzala e una punta da affiancare a Belotti, secondo lei, servirebbero anche altri giocatori?
“Chi di dovere, l'allenatore e il direttore sportivo, sanno che cosa manca a questa rosa e, come ho detto, una rosa ampia con almeno due giocatori per ruolo che diano garanzie sia per il campionato sia per l'Europa League. L'ossatura della squadra, che è cosa importante, già c'è e prendendo due o tre giocatori validi, secondo me, si può arricchire veramente tanto questa rosa.

La squadra ha dimostrato di avere abilità nel subire pochissimo, ho visto nella passata stagione alcune partite, e davanti avendo qualità prima o poi il gol lo si riesce a fare in modo da portare il risultato a casa”.
Qual è la principale cose da evitare in una stagione così lunga e quale spinta si può avere da tutto questo?
“La spinta è quella che viene dall’Europa e giocarci è prestigioso ed importante per chi punta alla Nazionale. E’ un asso in più nella manica da utilizzare e per tutti è uno stimolo importante. In una stagione così lunga la cosa fondamentale è il recupero poiché alle volte si arriva veramente stremati. Per cui come ho detto bisogna recuperare bene e avere l’opportunità di ruotare i giocatori, facendo rifiatare chi ne ha bisogno”.
Cambiando argomento e parlando di lei, ha da pochissimo detto addio al calcio giocato, ma che cosa farà dopo le vacanze?
“Ho dovuto smettere di giocare a causa di un problema alla gamba e poi era anche arrivato il momento e non mi andava di prendere impegni e non poterli mantenere. Dal calcio giocato voglio uscire a testa alta e per questo ho deciso di smettere. Per adesso non lo so che cosa farò. Ho una scuola calcio e se arriverà qualche chiamata la prenderò in considerazione perché il calcio è il mio mondo e rimanerci è la cosa più bella che ci sia”.
Ha intenzione di fare l’allenatore?
“Non lo so se farò l’allenatore o il dirigente, ma per me inizia una nuova vita e dovrò ripartire e crescere piano piano nel calcio. In tutta franchezza sono indeciso su cosa farò. Ho la scuola calcio che fa parte dell’Academy del Torino e stare sul campo con i ragazzi e dar loro dei consigli per non fargli commettere degli sbagli mi fa stare bene e mi gratifica tanto”.
Un’ultima domanda, cosa si sente di augurare al Torino?
“Faccio un grandissimo in bocca al lupo principalmente per l’Europa League perché la fase di qualificazione inizierà fra pochissimo e gli auguro di raggiungere la fase a gironi che sarà il primo step e poi di poter giocare una grandissima Europa League. Per quel che riguarda il campionato, che sarà certamente duro poiché ci sono tante squadre importanti, un altro in bocca al pupo e da parte mia e della mia famiglia il Torino avrà dei tifosi che lo seguiranno sempre”.

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