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Claudio Nassi: "Pelè, Messi e Maradona"

di Redazione TMW
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Iniziato a giocare, poco dopo ho capito che la cosa più importante era fare gol. Quando entravo in area di rigore, per me era seminato. Poi chi serviva l'assist aveva un posto di riguardo. Uscito dal calcio, dopo un'esperienza a Tuttosport, ho lavorato in società, cercando di sbagliare il meno possibile. Ho chiesto aiuto ai numeri, che sono freddi, senz'anima, ma, integrati tra loro, hanno il vantaggio di parlare chiaramente. O, come diceva Greg Easterbrook: "Se li torturi abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa". Avevo gli scout della ChinaMartini Torino e del FernetTonic Bologna e volevo giudicare il calciatore dai numeri, come nel basket. Non sempre era possibile, ma dalla metà campo in avanti era facile: attaccanti e rifinitori venivano classificati da gol e assist. Quando Boniperti diceva che andava d'accordo su tutto ma non su Zidane, rispondevo: "Lei è ricordato per aver disputato 478 partite con 178 gol, metà da centravanti e metà da regista. Quando sono stati messi a confronto Sivori, Platini e Zidane, il primo aveva giocato 253 partite con 167 gol, il secondo 234 e 104 e il terzo 210 e 31". E la discussione aveva fine.

Per questo, al di là delle frasi di circostanza, più o meno interessate, anche Pelè, Maradona e Messi possono essere giudicati. Detto che per la F.I.S.S.C. nell'aprile 2016 i migliori 10 calciatori del '900 erano nell'ordine Pelè, Cruyff, Beckenbauer, Di Stefano, Maradona, Puskas, Platini, Garrincha, Eusebio e Bobby Charlton, viene facile ricordare che Pelè in 1.368 partite ha segnato oltre 1.200 gol: 1.205 o 1.281? Maradona dice 695 e 353, Messi 1.058 e 820. In una classifica personale dove, oltre ai campioni e ai fuoriclasse, piace aggiungere gli immarcabili, c'è posto per cinque: Pelè, Di Stefano, Valentino Mazzola, Cruyff, il Pelè bianco, e Messi.

So che quello che viene detto non troverà molti d'accordo, ma non sono pochi quelli che hanno partecipato. Da Loustau, ala sinistra di un grande River Plate: "Ai miei tempi di Maradona ce n'era più di uno", a Menotti, compagno al Santos: "Pelè si poteva marcare solo col gesso alla lavagna", ad Alfredo Di Stefano: "Tanti giocano bene, ma Pelè pratica uno sport con cui gli altri non hanno molta familiarità", allo stesso Pelè: "Se fosse nato in Brasile, Maradona non sarebbe stato quello che si vuol far credere. Romario, ad esempio, ha segnato una montagna di gol più di lui".

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