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Le grandi trattative dell’Inter - 2002, Crespo primo: il sostituto di Ronaldo

di Alessandro Rimi
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© foto di Federico De Luca

Dopo cinque anni di Inter, una Coppa UEFA e un Pallone d’Oro nelle mani, Luìs Nazario de Lima Ronaldo lascia Milano per accasarsi al Real Madrid dei Galacticos. Massimo Moratti necessitava di un erede. Un profilo capace di combinare il nove d’area di rigore all’attaccante pure rapido e intelligente nel contesto di squadra. La coppia Oriali-Terraneo si guarda attorno, poi si ferma a Roma, sponda Lazio. Là dove sostava un certo Hernan Crespo, pronto a una nuova sfida dopo la conquista di quattro trofei depositati in bacheca, conditi da 101 gol in Serie A realizzati con il Parma più forte di sempre e con i biancocelesti in fase discendente (in seguito allo scudetto a cavallo del nuovo millennio e alla Supercoppa Italiana ottenuta l’anno successivo). L’uomo perfetto scelto dall’Inter di Héctor Cúper per spodestare la Juventus. Solita storia. Dunque Hernán, un argentino al posto di un brasiliano, il ragazzino che - ai tempi del River in Libertadores e ai giochi olimpici del ‘96 - fece impallidire perfino il Fenomeno. Ecco perché ad Appiano erano tutti convinti che, spendere per il Valdanito, ne sarebbe assolutamente valsa la pena.

Era il 31 agosto, amichevole che la Lazio si apprestava a giocare contro la Juventus all’Olimpico. Un gioco d’incastri folle che coinvolse lo stesso Real Madrid, già in parola con l’argentino pronto a volare in Spagna. Eppure il tempo passa e l’ok definitivo del suo agente Fernando Hidalgo non arriva. Quando il telefono squilla, l’agente è chiarissimo: “Non giocherai stasera, c’è l’opzione Inter con Ronaldo diretto al Real”. Dietro le quinte le chiamate tra Oriali e l’allora ds laziale Cinquini sono frenetiche. L’offerta nerazzurra era di 26 milioni di euro più il cartellino di Bernardo Corradi (valutato 10) che al tecnico Roberto Mancini piaceva parecchio. Nel pomeriggio, con i contratti già depositati, erano tutti d’accordo. Parti informate e (anche se non immediatamente) soddisfatte. Al primo anno a Milano mette a segno sette gol in campionato e 9 in Champions League con tanto di finale sfiorata contro i cugini rossoneri. Una stagione soltanto, poi via alla bruttissima parentesi al Chelsea. Tornerà, una seconda volta e pure una "terza". E andrà decisamente meglio.

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