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Lapo De Carlo su Linterista.it: "Un consiglio per l'Inter"

di Redazione TMW
Fonte: Lapo De Carlo per LINTERISTA.IT
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E’ davvero difficile capire come farà l’Inter a trovare energie e soluzioni dal rientro in campo con la Fiorentina il 1° aprile. I quarti di Champions e la semifinale di Coppa Italia sono elementi di distrazione rilanciabili in un sogno ulteriore o facilmente polverizzabili in caso di eliminazione. Le ambizioni hanno una data di scadenza: Champions il 19 aprile, coppa nazionale, il 26 aprile.
L’Inter ha perso nove partite in Campionato, un terzo di quelle giocate, e ha nove partite che decideranno presente e soprattutto futuro.
Nove partite in un solo mese, per una squadra con così poche risorse dalla panchina e con le batterie già tanto scariche, sono una frontiera invalicabile se la squadra non riesce a fare meglio di così.

Come può la squadra di Inzaghi trovare risorse affrontando sabato prossimo la rilanciata Fiorentina di Italiano, il martedì successivo la Juventus a Torino, tre giorni dopo, di venerdì la Salernitana e quattro giorni più tardi il Benfica.
L’Inter ha dimostrato di poter battere quasi chiunque e, allo stesso tempo, di essere battibile da tutti. L’andamento in Campionato dal 13 febbraio ha preso un ritmo da zona retrocessione: due vittorie, un pareggio e tre sconfitte, maturate oltretutto con lo stesso tipo di errore tattico.

Parlare di Inzaghi e provare a esercitare il diritto di critica è diventato riprovevole, quasi immorale. Il fatto che qualcuno esasperi le accuse al tecnico rendendole trancianti e offensive, non può negare alla maggioranza il diritto di esprimere un giudizio ragionato, senza essere tacciati di infedeltà. Come se seguire l’Inter equivalesse unicamente a fare esercizio di devozione.

Inzaghi ha fatto un eccellente lavoro in determinate partite, ha ottenuto il massimo dai suoi giocatori con il Barcellona a ottobre, col Milan, il Napoli e a San Siro col Porto nel 2023.
Il resto è invece particolarmente deludente ma soprattutto preoccupante in vista della volata finale.
Per qualche strana ragione Inzaghi ha creato un modello di gioco che sembra una perfetta riproduzione della sua comunicazione convenzionale.
Il fatto più frustrante è che più critiche gli arrivano e più sclerotizza le convinzioni, le scelte e il modello tattico.
Da inizio stagione l’Inter ha preso gol quasi sempre allo stesso modo. Gli è stato fatto notare che quando la squadra attacca, al primo errore nella fase di possesso, sistematicamente qualunque avversario approfitta facilmente dello sbilanciamento, si inserisce nello spazio e costruisce palle gol.

Con la Juventus l’ennesimo errore arbitrale controverso nella storia di questa sfida, come da tradizione, nel dubbio ha favorito i bianconeri e condizionato la gara. Il fatto è che, oltre all’errore di valutazione del Var, c’è stata una non reazione nerazzurra.
Se al posto della Juventus, preso il gol, ci fosse stata qualunque altra formazione sarebbe andata allo stesso modo. Questo perché la società, con il tecnico, ha costruito una squadra abile nel tenere il pallone e fare possesso, arrivando inutilmente a dominare territorialmente ma senza avere alcun giocatore in grado di superare l’uomo e andando regolarmente a sbattere contro ogni difesa schierata.
Inzaghi a domanda precisa ha risposto che “bisogna lavorare”. Una non risposta che evita il problema e dunque rinvia in eterno le soluzioni.
Il gioco di Inzaghi prima produceva tante palle gol, oggi nemmeno quelle, nessuno tira, nessuno osa e nessuno segna.
Va detto che con Conte c’era un problema molto simile. Si diceva che la squadra attaccava, costruiva tante palle gol ma segnava poco rispetto alla mole di occasioni prodotte. Dopo un anno e mezzo Conte si accorse che era meglio arretrare il baricentro, permettendo ad Hakimi, Lautaro e Lukaku di sfruttare gli spazi partendo da dietro e delegando una parte del gioco agli avversari. Così dal gennaio 2021 le cose cambiarono.

Lukaku utilizzato in questo modo è inutile, così come Dumfries. L’olandese non è mai stato un fenomeno con i piedi ma è veloce e se lui e il belga, invece di essere schiacciati contro la difesa avversaria, con le loro caratteristiche fatti partire 20 metri più indietro potrebbero essere cento volte più decisivi, arretrando.
Inzaghi non ascolterà mai questo suggerimento perciò è necessario preoccuparsi per lo stato di forma di una squadra che ha un problema con l’assenza di Skriniar, l’anemia di Lautaro, la stanchezza di Dzeko, l’indolenza di Brozovic e la mancanza di schermatura della difesa. Fa impressione vedere giocatori stanchi, sulle gambe dopo un’ora di gioco e molto, molto nervosi. I problemi sembrano talmente tanti che forse la soluzione può essere solo quella banale di un cambiamento tattico, capace di produrre un entusiasmo rinnovato e risolvere in automatico le altre grane, almeno una parte.
Nove partite decisive di cui due contro Benfica e Juventus, più Lazio, Monza e Fiorentina in un solo mese meritano qualcosa di più di una squadra che finge di non avere problemi e si comporta in ogni partita allo stesso modo.

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Giovedì 2 Maggio 2024
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