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La Lazio pensa a Conceiçao per la panchina: dal Paok ai trionfi col Porto, la carriera da tecnico

di Simone Bernabei
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Da giocatore ce lo ricordiamo un po’ tutti. O comunque in molti. Da allenatore, invece, Sergio Conceiçao è salito agli onori della cronaca solo recentemente, dopo aver eliminato la Juventus di Cristiano Ronaldo dalla Champions League. Dopo la fine della carriera da giocatore, però, il portoghese non si è subito seduto in panchina. Prima ha scelto la scrivania, come uomo mercato della sua ultima squadra da giocatore. Ovvero il PAOK Salonicco. Dopo circa 6 mesi, però, il richiamo del campo si è fatto sentire forte e chiaro.

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Le prime avventure in panchina - Nell’estate 2010 sceglie di iniziare dal Belgio, come vice di Dominique D’Onofrio allo Standard Liegi. Una stagione con Les Rouches, poi il rientro in patria. L’esordio da primo allenatore è con l’Olhanense nel gennaio del 2012, incarico mantenuto fino ad agosto e interrotto per divergenze con la proprietà. A metà 2013/2014 allena l’Academica, squadra della sua città, quindi a fine stagione firma un biennale col Braga per il salto di qualità, ma al termine della prima annata (nonostante ottimi risultati in campionato e una finale di Coppa) lascia il club dopo una discussione col presidente. L’anno seguente è al Vitoria Guimaraes, quindi vola in Francia per guidare il Nantes nel 2016/2017. Al termine della stagione e nonostante un rinnovo di 3 anni, accetta l’irrinunciabile chiamata del Porto.

La crescita al Do Dragao - Il primo anno vince subito il campionato, il secondo la Supercoppa. Nel 2019/2020, invece, porta a casa il double con campionato e Coppa. In Champions i risultati non sono sempre stati all’altezza delle aspettative: i primi due anni è stato eliminato dal Liverpool agli ottavi e ai quarti. L’anno seguente dal modesto Krasnodar, retrocedendo in Europa League. Quest’anno, invece, la storia è nota: il Porto, dopo aver eliminato la Juventus, viene estromesso dalla competizione dal Chelsea finalista. Nel corso del suo quadriennio coi Dragoes Conceiçao ha messo in mostra una grande crescita sia dal punto di vista tattico che di gestione del gruppo: il modulo preferito è il 4-4-2, o almeno quello che recentemente sta dando le maggiori soddisfazioni. Una pecca, o meglio un aspetto su cui deve ancora migliorare, è forse quello caratteriale, come dimostrano i 4 cartellini rossi stagionali e la squalifica di 21 giorni per aver pesantemente insultato l’arbitro nelle scorse settimane dopo aver, di fatto, perso il campionato.

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