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Hellas, il bilancio degli acquisti estivi: Veloso MVP, Stepinski rimandato

di Luca Chiarini
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Quindici punti in dodici giornate, e sei lunghezze di vantaggio sulla zona rossa. A Verona c'è chi ci avrebbe messo la firma, ai nastri di partenza. Eppure la sosta porta in dote un pizzico di amarezza, per il colpaccio soltanto accarezzato a San Siro. Rammarico che è però termometro dell'assoluta bontà del cammino intrapreso dalla squadra di Ivan Juric. Dodici turni sono un bottino sufficiente per tracciare un bilancio, seppur abbozzato, della programmazione estiva del d.s. D'Amico. Andiamo dunque ad esaminare nel dettaglio come hanno reso fin qui tutti gli acquisti dell'ultima campagna di rafforzamento dei gialloblù.

RADUNOVIC - Un trascorso importante in cadetteria e la provenienza da uno dei settori giovanili più all'avanguardia d'Italia come marchio di qualità, ma ancora nessuna presenza ufficiale con gli scaligeri. Portiere classe '96, è in prestito secco dall'Atalanta, dove farà ritorno al termine della stagione.

ADJAPONG - In orbita Nazionale (di categoria), ha preso parte alla spedizione per l'Europeo Under 21 della scorsa estate, non memorabile per gli Azzurrini. L'investimento in prospettiva è considerevole (il diritto di riscatto è fissato a circa otto milioni), ma Juric - almeno per ora - non sembra contarci: ancora zero i minuti all'attivo in campionato.

BOCCHETTI - Uomo d'esperienza in una difesa tendenzialmente giovane, ha messo insieme sin qui appena ottantasei minuti complessivi: titolare all'esordio contro il Bologna, subentrato nel blitz di Lecce. Poi una serie di guai muscolari che ne hanno rallentato sensibilmente l'inserimento nella linea a tre di Juric: al momento è la quinta scelta, alle spalle di Dawidowicz ed Empereur. Di certo non per il valore assoluto, che non è in discussione, ma occorrerà recuperare ritmo e brillantezza per scalare le gerarchie.

GUNTER - La formula è quella ricorrente dell'estate gialloblù: prestito con diritto. Il Genoa, però, si è riservato una contro-opzione. Uno dei riferimenti della retroguardia, dopo la passerella con il Bologna le ha giocate tutte, per intero, eccezion fatta per il match contro il Brescia, in cui era stato costretto al forfait da una sindrome influenzale. Qualche passo falso c'è stato - vedasi i falli da rigore contro Milan e Juventus - ma il tedesco nelle ultime uscite è parso in crescita, e sempre più calato nella nuova realtà.

RRAHMANI - La chiave di volta dell'impermeabilità difensiva dell'Hellas ha un nome e un cognome: Amir Rrahmani. Fedelissimo - in senso stretto - di Ivan Juric, non ha saltato un minuto, e di rado è sceso sotto la sufficienza. Pressoché imprescindibile sul centro-destra, ha i tempi del difensore di livello, e convince anche in appoggio alla manovra. Venticinquenne, quindi futuribile ed eventualmente anche appetibile sul mercato: per strapparlo alla Dinamo Zagabria erano bastati poco più di due milioni.

WESLEY - In patria è soprannominato "Gasolina", e si vocifera che dietro il suo arrivo in Veneto vi sia la regia della Juventus. Il transfer per il brasiliano, che era senza contratto dal marzo del 2019, è arrivato soltanto a fine settembre: Juric non l'ha ancora utilizzato, ma tra Primavera e amichevoli qualcosa si è visto. Può essere una risorsa, in proiezione.

AMRABAT - Il boato dei tifosi per lui alla lettura delle formazioni è ormai consuetudine in ogni pre-partita al Bentegodi. Ha preso in mano il centrocampo, e con Veloso forma un tandem cui è difficile rinunciare. "Starà fuori solo quando morirà", parafrasando il suo allenatore in una conferenza stampa. Su di lui avrebbe già messo gli occhi la Lazio, ma il riscatto è ancora pendente: serviranno tre milioni e mezzo in estate per liberarlo da ogni vincolo contrattuale con il Brugge.

BADU - Doveva essere una delle quote di esperienza a centrocampo, ma fino ad ora ha avuto soltanto molta sfortuna. Ai nastri di partenza uno dei titolari potenziali di questa squadra, è stato costretto a sospendere ogni attività per una microembolia polmonare che l'ha colpito lo scorso agosto. Il peggio però è passato, e il recupero procede: l'augurio dello staff medico è che torni pienamente arruolabile a gennaio.

BESSA - Rientrato a luglio dal prestito al Genoa, al passo d'addio per una estate intera, ma mai ceduto per mancanza di offerte ritenute adeguate dallo stato maggiore degli scaligeri. L'italo-brasiliano sta al momento recuperando da un infortunio agli adduttori: anche lui dovrebbe rivedersi nelle prime settimane del nuovo anno.

LAZOVIC - Il lavoro degli esterni è vitale per l'efficacia degli schemi di Juric, che dai quinti vuole spinta propulsiva e tempistica nei ripiegamenti. Il tecnico di Spalato l'ha allenato al Genoa, e non è un caso che il serbo abbia vestito gialloblù su sua espressa richiesta. Fin qui tante belle prestazioni e un gol, splendido, che ha consentito di espugnare il Tardini.

VELOSO - L'ideale palma di miglior acquisto va di diritto al portoghese. Signore del centrocampo, unicum in una squadra che, senza lui, perde riferimenti importanti. Due reti segnate, fattore sui calci piazzati, sapiente lettore di tempi di gioco e fasi della partita. Una buona fetta di salvezza passa dalle sue geometrie. Al momento è fermo per una lesione di primo grado al polpaccio, ma si conta di recuperarlo già alla ripresa delle ostilità.

VERRE - Da registrare la capacità di sferrare il colpo sotto porta, ma a San Siro ha finalmente trovato la sua prima gioia in Serie A, seppur dagli undici metri. A livello tattico è però già determinante: un lavoro sottotraccia fondamentale per l'equilibrio di squadra, che si divide tra trequarti e centrocampo. Ha spento Tonali contro il Brescia, ci ha provato anche con Brozovic a Milano.

PESSINA - È il miglior marcatore della squadra insieme a Veloso: dato che da un lato certifica le lacune di un attacco che fatica a produrre, ma che dall'altro accentra la sua collocazione all'interno della rosa. Due reti che, peraltro, sono valse complessivamente sei punti. L'Atalanta osserva con interesse: a giugno può rientrare dal prestito, il piano B è il controriscatto.

STEPINSKI - Il vero punto interrogativo fino ad ora. È stato il botto finale, l'attaccante inseguito fino al gong, che garantisse sacrificio e gol pesanti. Peccato che il polacco sia ancora a secco: nemmeno l'accantonamento momentaneo di Di Carmine è servito a sbloccarlo, tanto che nelle gerarchie Salcedo sembra averlo superato.

SALCEDO - La sorpresa dell'ultimo mese. L'inserimento è stato graduale: Juric inizialmente l'ha centellinato, alternando bastone e carota. Mai banale nelle sue dichiarazioni pubbliche il tecnico degli scaligeri, che non ha mai nascosto il suo disappunto per l'esperienza deludente nella Primavera dell'Inter, salvo poi definirlo un "talento purissimo". Il classe 2001 ha compreso l'antifona e lavorato a testa bassa: con il Brescia è arrivato il primo gol tra i grandi. La strada, adesso, appare tracciata, così come il suo futuro: tra un anno dovrebbe tornare a Genova, per poi rientrare a Milano tra due stagioni.

TUTINO - Ai margini, dopo le prime due da titolare. Troppo poco per chi, date le premesse, avrebbe dovuto ritagliarsi uno spazio molto più importante in una formazione che non annovera eccellenze in attacco. Invece il nulla, o quasi: per convincere Juric serve alzare il tiro.

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Martedì 30 Aprile 2024
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