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ESCLUSIVA TMW - Milan, ti ricordi Javi Moreno? "Ma quali rimpianti, è stato un onore. Atletico squadrone"

di Ivan Cardia
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

“Rimpianti? Macché, sono felice di aver potuto giocare nel Milan. Con l’Atletico sarà una partita tosta”. 30 miliardi di lire, 15 milioni di euro al cambio, erano tanti all'epoca e lo sono ancora oggi. Il Milan li spese, nel 2001, per portare in Italia un attaccante spagnolo che aveva appena trascinato il piccolo Alavés, di cui tuttora Javi Moreno è il miglior marcatore nelle competizioni europee, in finale di Coppa UEFA. Non andò benissimo: Javi, accostato per la nazionalità e anche il rendimento al compagno di squadra dell’epoca José Mari, è durato solo una stagione, per poi trasferirsi all’Atlético Madrid. Oggi che il Milan sfida i Colchoneros in Champions League, il classe ’74, che nel frattempo è diventato allenatore, “legge” la partita sulle pagine di TMW: “Sarà molto combattuta, entrambe le squadre hanno ottimi giocatori e sono in grande condizione. La verità è che tanto il Milan quanto l’Atletico Madrid stanno facendo bene, sarà una partita molto equilibrata e difficile per entrambe. Penso che il Milan, giocando in casa, abbia un leggero vantaggio”.

È esagerato dire che in questo momento l’Atletico è la squadra più forte di Spagna?
“Penso che sia così, per la qualità della rosa che ha a disposizione Simeone. Il Real e il Barça sono ottime squadre, però l’Atletico è un equipazo, che lotterà fino alla fine sia per la Liga che per la Champions”.

Il Milan è molto giovane, riuscirà a mettere in difficoltà i campioni del Cholo?
“Ha tanti giovani, però sono calciatori di qualità e talento. In futuro, se mantengono questa squadra, vinceranno lo scudetto. È una squadra molto forte, gli auguro che vada tutto bene perché quando sono stato lì si sono comportati sempre benissimo con me”.

A proposito di Simeone: avete giocato insieme. Si vedeva che sarebbe diventato un grande allenatore?
“Ho avuto la fortuna di giocare con lui, si vedeva sia dentro il campo che fuori che gli piaceva guidare la squadra. Penso che stia facendo molto bene, è un grandissimo allenatore”.

Come va dopo l’addio al calcio giocato?
“Sto facendo la mia carriera di allenatore, sono molto contento di quanto fatto finora. Sto partendo dalle categorie minori, lavoro a piccoli passi, spero di fare come calciatore: sono arrivato in alto col lavoro e spero di fare lo stesso da allenatore”.

Il progetto Superlega ha sconquassato il calcio. Che ne pensa? Con una cosa così, favole come il suo Alavés, che tra l'altro ha appena battuto l'Atlético in campionato, non sarebbero possibili.
“Sarebbe bellissima e spettacolare perché metterebbe di fronte le più grandi squadre d’Europa. Però penso sia giusto dare alle squadre più piccole la possibilità di meritarsi di giocare tra le grandi”.

La sua esperienza al Milan è stata abbastanza sfortunata. Che ricordi ha?
“Sfortunata dice? In realtà io sono felice di quell’anno che ho passato. Non ho giocato tanto, ma avevo compagni del livello di Shevchenko, Inzaghi… Io volevo giocare, però ho ottimi ricordi di Milano e di Milanello: sarò per sempre grato al Milan”.

Nessun rimpianto?
“Nessun rimpianto. È andato tutto bene, l’unica cosa è non aver potuto giocare quanto volevo, si sono comportati tutti bene con me, tanto il club quanto i tifosi. Sono contento e felice di aver fatto parte di un grande club come il Milan”.

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