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ESCLUSIVA TMW - La Lituania, la presidenza, le coppe e Spinelli: parla Tomas Danilevicius

di Raimondo De Magistris
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© foto di Luigi Gasia/TuttoJuveStabia.it

Lituano d'origine, italiano d'adozione. Tomas Danilevicius, 42 anni ancora da compiere, dal 2017 è il presidente della federazione lituana. E' arrivato in Italia nel 2002, a 24 anni, grazie a una intuizione del presidente Spinelli, e nel nostro paese è rimasto praticamente fino alla fine della sua carriera da calciatore. Poi, appesi gli scarpini al chiodo, è tornato nel suo paese e adesso da tre anni ricoprire il ruolo di presidente della Federazione.

Nessuno meglio di lui può rappresentare il calcio lituano: miglior marcatore di tutti i tempi nella storia della nazionale, quarto miglior giocatore per numero di presenze davanti a Marius Stankevicius, altra ex conoscenza del calcio italiano. Danilevicius in Lituania combatte le sue battaglie, come tutti gli altri presidenti.

Quest'anno, nella massima divisione lituana ci sono solo sei squadre.
"Abbiamo avuto un problema di calcioscommesse e per questo motivo due club, Atlantas e Palanga, sono stati penalizzati di due categorie".

Poi un fallimento, una squadra promossa ma che non ha ottenuto la licenza, e vi siete ritrovati con sole sei squadre.
"Ma il nostro obiettivo è quello di creare già dalla prossima stagione una massima divisione con dieci squadre: ci saranno quattro promozioni. Sempre se si giocherà...".

Voi vi siete fermati praticamente subito.
"Il 29 febbraio abbiamo disputato la Supercoppa, con lo Zalgiris che ha vinto 1-0. Tra il 6 e l'8 marzo abbiamo giocato la prima giornata del campionato 2020 e poi ci siamo fermati. Un po' come accaduto ovunque".

Come è la situazione in Lituania?
"Abbiamo poco più di 100 contagiati, siamo riusciti in tempo a controllare il virus. Ma le regole sono simili a quelle italiane, anche se è concesso uscire per qualche passeggiata. Ma al massimo in due persone".

E' presidente di Federazione e in settimana parteciperà alla riunione UEFA con le altre Federazioni.
"Mi ha sorpreso l'unità del calcio in questo periodo. Tutti capiscono la gravità del problema e il passo fatto dall'UEFA non era scontato...".

Hanno spostato tutto, Europeo compreso.
"E hanno comunque dato priorità ai campionati. Mi auguro davvero possano concludersi, per poi dare il via alla prossima stagione".

Per la prossima stagione, voi i nomi delle squadre qualificate alle coppe europee li avete già.
"Si, perché il nostro campionato finisce a novembre. La prima va ai preliminari di Champions, seconda e terza a quelli di Europa League con la vincitrice della Coppa".

Se però quest'anno le coppe finiscono ad agosto, c'è il rischio di una nuova edizione con un formato diverso. Magari senza le fasi preliminari...
"No, non credo. Dovrebbero comunque organizzarsi anche perché alcune squadre arrivano alla fase a gironi tramite preliminari: a quel punto con quale criterio verrebbero scelte?"

E quando allora potrebbero disputarsi le partite che abitualmente si giocano a luglio o ad agosto?
"Immagino un calendario più fitto da settembre in poi, magari anche ogni tre giorni per completare in un lasso di tempo più ristretto le gare preliminari".

Dalla riunione della prossima settimana cosa si aspetta?
"Mi piace tanto il modo di lavorare dell'UEFA e mi aspetto la stessa risolutezza. Proporranno idee e soluzioni e, partendo da quelle alternative, ci confronteremo. Prima i campionati e poi le coppe: mi sembra comunque abbiamo già fatto il primo importante passo".

Tornerà in Italia in futuro?
"Per il momento ho una casa a Livorno, dove trascorro almeno un paio di settimane l'anno".

A Livorno sta salutando il presidente Spinelli.
Lui è stato il più grande presidente mai avuto dal Livorno, ha regalato a questo club Serie A e la Coppa UEFA. E poi i bilanci del Livorno sono stato sempre chiari. C'è stata qualche retrocessione, ma Spinelli ha regalato soprattutto tante gioie ai tifosi ed è una persona che merita grandi applausi. Nel 2002 fu lui portarmi in Italia, io posso soltanto ringraziarlo".

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