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ESCLUSIVA TMW - Bianchessi: "Pobega arriverà in azzurro. Locatelli? Lo sognavo capitano del Milan"

di Riccardo Caponetti
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Ha visto crescere ed esordire tanti giovani ragazzi, Mauro Bianchessi, attuale responsabile del settore giovanile della Lazio. In passato ha lavorato nel vivaio dell'Atalanta e ha rivestito lo stesso ruolo nel Milan. Grazie al suo lavoro, a Milanello sono sbocciati diversi talenti, che ora stanno diventando protagonisti in Serie A. Oltre a Donnarumma, ce ne sono due su tutti: Pobega e Locatelli. Proprio di loro ha parlato Bianchessi in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com:

Ha visto crescere anche Locatelli, che di recente ha esordito anche in Nazionale? La soddisfazione sarà tanta...
"La mia soddisfazione è immensa, come lo sarebbe per chiunque faccia il mio lavoro e ha la fortuna di prendere e credere in un bambino di 7 anni, vederlo crescere e arrivare fino alla Nazionale maggiore. È l'Olimpo del calcio. È la vittoria di tutte le componenti di 10 anni di settore giovanile. È il traguardo da raggiungere di qualsiasi vivaio. Se sarà il play del futuro per Mancini? Sicuramente sì, senza ombra di dubbio perché è il calciatore italiano oggi più forte in quel ruolo. La mia speranza, dichiarata, era che diventasse il regista del Milan con la fascia del capitano sul braccio per i prossimi 15 anni. Peccato non sia andata così".

È pronto per il salto in un top club?
"Ripeto, ad oggi è il play più forte di nazionalità italiana e non lo dico io ma dati di fatto. E ci aggiungo anche che potrebbe giocare in qualsiasi squadra di vertice. De Zerbi è un ottimo allenatore, ha avuto l’intelligenza e la pazienza nel credere in questo talento, mettendolo a suo agio e facendogli sentire la sua fiducia. Ed è stato ripagato, come Mihajlovic con Donnarumma: entrambi non hanno guardato la carta d’identità ma la bravura del calciatore, prendendosi qualche rischio. Questa purtroppo è una qualità che pochi allenatori in Italia hanno nel loro bagaglio".

È sorpreso dalle prestazioni di Pobega in A con lo Spezia? Si aspettava che avesse un impatto simile?
"Lo scorso anno ha fatto differenza in serie B e quest’anno si completerà in A. È un giocatore vero, forte e di livello alto. Sono sicuro che migliorerà ancora".

Come è arrivato Pobega al Milan?
"Tommaso l’avevo visto in partita con la Triestina a novembre 2012, era un ragazzino di 13 anni molto tardivo fisicamente ma con un grande temperamento che contraddistingue i Triestini. Si intravedevano anche delle doti tecniche, magari non immediate ma sicuramente in prospettiva. Così a gennaio del 2013 fissai un appuntamento serale con la famiglia Pobega a Trieste per convincerlo a venire al Milan. Arrivai a 2 chilometri dalla sua casa, ma la via della abitazione era talmente stretta che la mia auto non ci passava. Cominciai a preoccuparmi pensando che fosse un segno del destino. Telefonai al papà che mi venne a prendere con una Panda che a malapena ci passava in quella via. La serata finì tardi ma con una stretta di mano tra me e la famiglia. Quando tornai verso casa trovai di tutto, prima una fitta nebbia e poi una nevicata pazzesca. Arrivai a casa alle 5 del mattino e mi chiesi se un viaggio del genere fosse valsa la pena. Oggi so che è valsa la pena".

Già da ragazzo aveva doti importanti?
"Era un giocatore tardivo fisicamente e i primi due anni fece fatica a giocare, anzi giocò pochissimo ma mai mollò di un centimetro. Era tranquillo e umile, con alle spalle una splendida famiglia che non gli creava alcuna pressione. Poi con la maturazione fisica Tommaso cominciò a emergere. Un giorno a Galliani dissi di riservarmi 5 maglie della prima squadra che sarebbero arrivati dal settore giovanile per il Milan o per la serie A due giocatori della classe 1998 (Cutrone e Locatelli) e tre '99 (Donnarumma, Gabbia e Pobega). Mi sorrise e mi disse “speriamo”".

Secondo lei il Milan se lo lascerà scappare? Il prossimo anno lo vedremo in rossonero?
"Al Milan sono bravi e sanno già cosa fare senza aver bisogno di miei consigli".

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Sabato 4 Maggio 2024
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