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Apoteosi Roma, la prima Conference League è tua! Zaniolo piega il Feyenoord, è 1-0 a Tirana

di Gaetano Mocciaro
Fonte: inviato a Tirana
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14 anni e un giorno dopo, la Roma alza al cielo un trofeo. E lo fa entrando nella storia: perché si tratta della prima coppa europea riconosciuta dalla UEFA e perché i giallorossi sono i primi a iscrivere il loro nome nell'albo della UEFA Conference League. Se le finali precedenti, pur giocate all'Olimpico, portarono solo enormi delusioni, il neutro di Tirana rende la stagione dei capitolini da positiva a trionfale. Mourinho nella storia, quinta coppa europea vinta ed è il primo ad aver vinto Champions, Europa League, Conference League. E resterà l'unico che a questi trofei può aggiungere la Coppa delle Coppe. Lo fa con una partita di sofferenza, all'italiana verrebbe da dire: difesa compatta, verticalizzazioni a sfruttare potenza e velocità delle punte. La risolve il giocatore di maggior classe, e pensare che non era nemmeno certa per lui una maglia da titolare.

LE SCELTE DEGLI ALLENATORI - Mkhitaryan o Zaniolo? Mourinho sceglie entrambi, sacrificando Oliveira. L'armeno arretra a interno di centrocampo con Zaniolo fare coppia d'attacco con Abraham. Preventivabile invece la scelta di Zalewski a sinistra e non Spinazzola. Nessuna sorpresa per il Feyenoord con Arne Slot che dispone di tutti gli effettivi disponibili, recuperando il portiere Bijlow giusto per la finale. Aveva saltato gli ultimi due mesi per infortunio.

PARAPIGLIA SUGLI SPALTI - Durante l'inno del Feyenoord ci sono stati alcuni scontri proprio nel settore riservato ai tifosi olandesi. Dalle prime immagini pare che alcuni sostenitori giallorossi fossero inspiegabilmente nel cuore del tifo avversario. Da lì è nata una colluttazione durata qualche minuto. Peccato, perché prima con le emozioni degli inni e poi con le coreografie i tifosi avevano dato spettacolo.

DOCCIA FREDDA MKHITARYAN - Partita tattica, equilibrata. Feyenoord che fa girar maggiormente la palla, Roma più verticale nella costruzione della manovra. Sembra una partita a scacchi, per mezz'ora non si vedono praticamente tiri in porta. La prima emozione, se così si può dire, la regala Mkhitaryan ed è tutt'altro che piacevole: l'armeno si accascia per terra, scuote la testa, si rende conto che non può continuare. Il primo slot di cambi viene giocato dopo 18' con l'ingresso di Oliveira al suo posto. Difesa giallorossa attenta, Pellegrini pesca un paio di corridoi per le punte, i centrali del Feyenoord anche con le cattive le neutralizzano. Trauner fa capire ad Abraham che aria tira spendendo un giallo.

ZANIOLO LA SBLOCCA - Proprio il difensore austriaco però "buca" su un nel lancio verso l'area di Mancini, Zaniolo ringrazia e supera Bijlow in uscita con un bel tocco sotto. L'eroe di Roma-Bodo trova il 5° gol nel torneo e cambia l'inerzia della partita. Feyenoord che prova a reagire con forza ma la difesa giallorossa è ispirata: Smalling ci mette il mestiere, gli animi fra i due si scaldano. Pellegrini ammonito si ritrova la spada di damocle per i successivi minuti. Nel finale del primo tempo Rui Patricio respinge una conclusione da fuori di Kocku: è di fatto l'unico vero tiro in porta olandese.

REAZIONE FEYENOORD - Feyenoord che parte subito forte, tanto forte da schiacciare la Roma dietro. Mancini per anticipare un avversario quasi fa autogol: il palo lo salva, poi Rui Patricio evita il peggio su Kokçu. Il portoghese è poi prodigioso su una botta di Malacia, deviando sul palo. Abraham intanto continua a soffire la marcatura avversaria e non solo non impegna Bijlow ma quasi manda in gol con un folle retropassaggio il suo diretto concorrente per la classifica marcatori: Smalling e Ibanez riescono a mettere una pezza.

SOFFERENZA FINALE - Il forcing del Feyenoord induce Mourinho ai primi cambi tattici al 66', con l'ingresso di Spinazzola e Veretout, quest'ultimo al posto di Zaniolo e portando la Roma a giocare con un 3-5-1-1. Notevole lo squilibrio nel possesso palla, in compenso dietro è serata di grazia per tutta la retroguardia. Eppure la Roma nel finale avrebbe la palla del raddoppio con Pellegrini, neutralizzata da Bijlow. I minuti finali restano di pura sofferenza, l'ingresso di Vina ribadisce la volontà di voler difendere a tutti i costi un risultato che vale la storia. E alla fine Mourinho ha ragione: triplice fischio, è apoteosi giallorossa.

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