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Maldini: "Cardinale mi licenziò per cattivi rapporti con Furlani, ma le motivazioni erano deboli"

di Alessio Del Lungo
www.imagephotoagency.it
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Paolo Maldini, ex direttore dell'area tecnica del Milan, ha parlato a La Repubblica per la prima volta dopo il suo addio ai rossoneri, tornando sulle motivazioni del divorzio. Il dirigente si è tolto più di un sassolino dalle scarpe, provando a spiegare i perché di un'interruzione del rapporto che ha lasciato alcuni strascichi: "Cardinale mi disse che io e Massara eravamo licenziati. Gli chiesi perché e lui mi parlò di cattivi rapporti con l’ad Furlani. Allora io gli dissi: ti ho mai chiamato per lamentarmi di lui? Mai. Ci fu anche una sua battuta sulla semifinale persa con l’Inter, ma le motivazioni mi sembrarono un tantino deboli".

Maldini prosegue: "Le cosiddette assumptions, gli obiettivi stagionali, erano: ipotizzando l’eliminazione dalla Champions, un turno passato in Europa League e la qualificazione alla Champions successiva. Quella semifinale ha portato almeno 70 milioni di introiti in più e l’indotto record di sponsor e ticketing. L’attivo di bilancio appena approvato è relativo all’esercizio 2022-23, con le assumptions abbondantemente centrate".

Maldini parla anche di Tonali: "Avremmo fatto il possibile per non lasciarlo andare. Non siamo mai stati totalmente contrari a una cessione importante, ma non ’era necessità. Per Sandro spendemmo un quinto del valore di dominio pubblico e dovemmo discutere animatamente con Ceo e proprietà: non lo voleva neppure l’area scouting".
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